La denuncia

Taranto, ex Ilva. «Turni aumentati per impedire lo sciopero»

Redazione on line

I sindacati Fim, Fiom e Uilm hanno scritto al prefetto, al custode giudiziario e ai commissari stigmatizzando la condotta di Arcelor Mittal

Taranto - «Turni allungati  nel reparto di Colata continua (CCO), per impedire lo sciopero in programma questa mattina». È quanto denunciano i coordinatori di fabbrica di Fim, Fiom e Uilm dello stabilimento siderurgico Acciaierie d’Italia (ex Ilva) di Taranto in merito allo sciopero di 24 ore che era stato proclamato dalle 7 di oggi nel reparto Colata continua per protestare contro il licenziamento di un lavoratore e la sospensione di altri due in seguito a un incidente sul lavoro avvenuto il giorno di Pasquetta. 

«L'azienda unilateralmente - dicono - ha predisposto le comandate allargate su tre turni derogando all'accordo integrativo del 1989 sulle procedure di raffreddamento, non permettendo ai lavoratori di partecipare allo sciopero. Tale situazione inevitabilmente potrà ripetersi in futuro in occasione di altre iniziative di mobilitazione da parte dei sindacati».


In una lettera al prefetto, al custode giudiziario, ai commissari di Ilva in As, al presidente e all’Ad di Acciaierie d’Italia, le organizzazioni sindacali spiegano che «Arcelor Mittal ha di fatto introdotto, in barba agli accordi sottoscritti in sede ministeriale il 6 settembre 2018 che racchiudono l'integrativo del 1989 rispetto alla salvaguardia impiantistica e delle stesse procedure di raffreddamento senza il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, delle nuove comandate per i lavoratori del reparto Acciaieria».

«Non siamo più disposti ad accettare tale atteggiamento - affermano i sindacati - in quanto crediamo che lo sciopero sia un diritto costituzionale che debba essere garantito ai lavoratori». Nel merito della questione sicurezza in Acciaieria, Fim, Fiom e Uilm affermano infine che «lo stabilimento di Taranto è privo dell'impianto di granulazione della ghisa. Crediamo sia necessario un investimento che metta seriamente in sicurezza la fabbrica».

Privacy Policy Cookie Policy