la decisione
Mittal Taranto, copertura parchi minerali: recesso contratto Cimolai
Alla base del recesso i lavori non ancora completati e pretese economiche del tutto infondate
TARANTO - ArcelorMittal ha inviato il 25 novembre alla società Cimolai una lettera di recesso del contratto per i lavori di copertura dei Parchi primari (Parco Minerali e Parco Fossili), tra gli interventi non ancora completati previsti dall’Aia, iniziati l’1 febbraio 2018.
ArcelorMittal elenca una serie di contestazioni, tra cui «la condotta e l’atteggiamento di Cimolai durante l’esecuzione dei lavori, soprattutto negli ultimi mesi, che hanno compromesso la fiducia di AMI nei suoi confronti» e sono reputati «incompatibili con la prosecuzione dei rapporti contrattuali inter partes».
Inoltre, secondo ArcelorMittal, Cimolai «a partire da luglio 2019 ha formulato pretese economiche del tutto infondate (con riguardo, tra l’altro, a presunte accelerazioni e variazioni in aumento nell’esecuzione dei lavori), nonché illegittimamente rifiutato di riconoscere le decurtazioni sul prezzo dei Contratti a cui AMI ha diritto».
Il 18 settembre scorso, la Cimolai «ha comunicato ad AMI - si aggiunge - che tali pretese economiche erano raddoppiate (da euro 13.944.307,20 per il Parco Minerale ed euro 13.376.102,26 per il Parco Fossile a, rispettivamente, Euro 29.021.933,07 ed Euro 34.040.807,14), senza fornire alcuna spiegazione o documento di supporto». Ed ancora, il 20 ottobre scorso, Cimolai "tramite il suo Direttore Tecnico (Ing. Marco Sciarra), ha reso - sostiene ArcelorMittal - false, offensive e irresponsabili dichiarazioni riguardanti i rapporti con AMI, durante l'audizione informale tenutasi avanti la X Commissione per le Attività Produttive, Commercio e Turismo della Camera dei Deputati».
La stessa Cimolai ha inviato al gruppo franco indiano due lettere il 27 novembre e il 2 dicembre in cui muove una serie di rilievi evidenziando «l'estrema delicatezza della situazione anche sotto il profilo ambientale della intera popolazione della città di Taranto, oltre che per la tutela dei numerosi lavoratori addetti ed impiegati nello stabilimento siderurgico" non essendo «ad oggi le lavorazioni della scrivente ancora ultimate».
ArcelorMittal oggi ha inviato alla Cimolai una nuova comunicazione osservando che «è così pacifico che, nello sgomberare tali aree al più presto (e, comunque, non oltre 30 giorni dal 25 novembre u.s.), dobbiate garantire la loro messa in sicurezza».
Secondo ArcelorMittal, «è del tutto infondata la pretesa di indicare i subappaltatori e fornitori che AMI può (o non può) utilizzare per completare i lavori oggetto dei Contratti. AMI ha legittimamente esercitato il proprio diritto di recedere dai Contratti e, nell’esercizio della sua libertà imprenditoriale, può organizzare la prosecuzione dei lavori senza fornirvi alcun chiarimento o giustificazione».