il ricordo

Avetrana, sono passati 10 anni dall'omicidio di Sarah Scazzi: l’incubo nella casa degli orrori

Vittorio Ricapito

La 15enne uccisa: anni di processi (anche mediatici), ribaltoni, verità

Avetrana - Dieci anni fa, nell’assolato primo pomeriggio del 26 agosto 2010, in una villetta di Avetrana veniva strangolata Sarah Scazzi, una studentessa di 15 anni. Per 42 giorni tutta Italia restò col fiato sospeso in attesa di conoscere il destino della ragazzina, scomparsa nel nulla. Gli appelli in tv della madre di Sarah, Concetta Serrano, si infransero in diretta tv, la sera del 6 ottobre. Michele Misseri, al termine di un interrogatorio durato circa nove ore, confessò l’omicidio della nipote e portò gli investigatori al pozzo di contrada Mosca, dove aveva gettato il cadavere. Concetta Serrano apprese del ritrovamento del corpo in diretta televisiva dalla trasmissione «Chi l’ha visto?». Per l’omicidio e il sequestro di persona, sono state condannate in via definitiva all’ergastolo la cugina Sabrina Misseri e la zia di Sarah, Cosima Serrano.

Ad aprile 2013, la corte d’assise di Taranto (sentenza confermata in appello due anni dopo) ha condannato le due donne. Secondo i giudici Sabrina e Cosima il 26 agosto del 2010 inseguirono Sarah per strada, la riportarono in casa e la strangolarono al termine di un litigio. Motivo: un mix di gelosia e rancori. Lo zio Michele Misseri è stato condannato in via definitiva a 8 anni di reclusione per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove (a 4 anni e 11 mesi è stato condannato il fratello Carmine, accusato di averlo aiutato). La tesi confessoria di Misseri, più volte ribadita in svariate versioni e messa nero su bianco in alcuni memoriali, non è mai stata ritenuta dai credibile dai giudici in virtù delle diverse prove raccolte a fondamento della ricostruzione del delitto.

Per i giudici, Misseri ha cercato di addossarsi ogni responsabilità nel tentativo di scagionare la figlia Sabrina. Michele Misseri è stato anche condannato a tre anni di reclusione per calunnia e diffamazione ai danni dell’avvocato Daniele Galoppa, suo primo difensore e della criminologa Roberta Bruzzone, consulente del legale. Secondo l’accusa, il contadino di Avetrana in aula e in tv accusò ingiustamente i due professionisti di avergli suggerito di incolpare la figlia Sabrina dell’omicidio della nipote Sarah Scazzi. Misseri. A processo è finito anche un fioraio di Avetrana, ritenuto dai giudici uno dei testimoni chiave del delitto. Giovanni Buccolieri raccontò ad alcune conoscenti di aver assistito all’insolita scena di Sarah Scazzi inseguita e caricata a bordo dell’auto di Cosima Serrano. Riferì tutto ai carabinieri ma il giorno dopo cambiò idea, ripresentandosi in caserma per precisare che si era trattato solo di un sogno. La sua ritrattazione gli è costata una condanna in primo e secondo grado a due anni e otto mesi. Al caso di Sarah Scazzi sono stati dedicati speciali tv, saggi, romanzi e ora anche un film per la tv di prossima uscita.

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