Il caso
Agromed a Taranto, sequestro capannone dilata tempo del progetto
Disponibili 11 mln per piattaforma trasformazione ortofrutta
TARANTO - - «Non c'è alcuna variazione rispetto al progetto Agromed, il sito ex Miroglio di Castellaneta è e resta la scelta principale di questo investimento. L’indicazione dell’area di Grottaglie è solo complementare rispetto a Castellaneta e si basa sulla possibilità di usare l’aeroporto, e quindi il trasporto cargo, per la spedizione delle produzioni ortofrutticole di Agromed verso un mercato più vasto». Lo ha detto il presidente della società Agromed, Vincenzo Cesareo, incontrando questa mattina, nella sede della Camera di Commercio, i rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl e Uil e delle organizzazioni di categoria delle confederazioni. Si tratta del progetto per la realizzazione di una piattaforma logistica per stoccaggio, innovazione e trasformazione dei prodotti ortofrutticoli che dovrebbe essere realizzata nel sito ex Miroglio di Castellaneta, chiuso dal 2004, tramite lo stanziamento di 11 milioni di euro di fondi statali.
Cesareo ha precisato ai sindacati che, dopo l’accordo quadro di maggio raggiunto in sede Mise, esistono ancora dei problemi che non permettono alla società Agromed di prendere possesso dell’immobile. I problemi sono costituiti dal sequestro che grava sul capannone industriale, dalla necessità di bonificare il sito e dall’esigenza di avere al più presto l’elenco certificato del personale ex Miroglio da ricollocare in Agromed. Sul sequestro, Cesareo ha chiarito che «l'esistenza di questo problema era già nota da tempo a tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nell’operazione Agromed», e che comunque «si è fiduciosi circa la possibilità di avere un dissequestro parziale da parte dell’autorità giudiziaria».