Il caso
Ex Ilva, sindaco di Taranto tuona: «I commissari si dimettano»
Rinaldo Melucci e il presidente della Provincia tarantina Giovanni Gugliotti hanno inviato ai commissari dell’Ilva in As «formale richiesta» di relazionare entro il 10 marzo prossimo «su tutte le attività previste nell’ambito del Dpcm del 2017»
TARANTO - Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, e il presidente della Provincia tarantina Giovanni Gugliotti, chiedono le dimissioni dei commissari di Ilva SpA in Amministrazione straordinaria (Antonio Lupo, Francesco Ardito, Alessandro Danovi), ricevuti oggi in audizione a Palazzo di Città. I due rappresentanti degli Enti locali «hanno rinnovato tutto il loro personale disappunto - è detto in una nota - per l'agire irriguardoso da parte dei commissari di Governo, a proposito della vertenza presso il Tribunale di Milano».
Ai commissari, il sindaco e il presidente «hanno anche rammentato una lunga e comprovata serie di disservizi, ritardi e mancanze della gestione commissariale, a cominciare dal tema delle bonifiche, del lavoro e dei fondi sociali».
Melucci rende noto di aver ricevuto con «sorpresa» sabato scorso «la visita del commissario Ardito» che «esprimeva al primo cittadino ionico le scuse per le dichiarazioni a mezzo stampa del collegio commissariale, nei riguardi dell’ordinanza sindacale n. 15 del 27 febbraio scorso (che intima ad ArcelorMittal e Ilva in As di individuare e risolvere in 30 giorni le cause delle emissioni o, in difetto di adempimento, di procedere nei successivi 30 giorni alla fermata dell’area a caldo, ndr), e sostanzialmente prendeva le distanze dall’operato dei colleghi e del Governo, confermando la confusione completa e la inadeguatezza del loro gruppo di lavoro circa un piano insostenibile nei fatti».
Il sindaco considera «forse ancora più grave dal punto di vista morale, agli occhi degli enti locali, la posizione del commissario Lupo (nativo di Grottaglie, in provincia di Taranto, ndr) che avrebbe potuto mostrare un maggior attaccamento alla propria terra». Il sindaco e il presidente della Provincia, «per tutto quanto accaduto, ritengono ormai compromesso ogni spazio di collaborazione con questi commissari ed hanno sollecitato le loro immediate dimissioni».
Dopo averne chiesto le dimissioni per «una lunga e comprovata serie di disservizi, ritardi e mancanze della gestione commissariale, a cominciare dal tema delle bonifiche, del lavoro e dei fondi sociali», il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci e il presidente della Provincia tarantina Giovanni Gugliotti hanno inviato ai commissari dell’Ilva in As «formale richiesta» di relazionare entro il 10 marzo prossimo «su tutte le attività previste nell’ambito del Dpcm del 2017» e gli «impegni assunti nei confronti dei lavoratori alla luce delle intese sindacali di settembre 2018».
In particolare, i due rappresentanti degli Enti locali si riferiscono agli esiti delle «attività esecutive e di vigilanza funzionali all’attuazione del piano ambientale nei confronti del Gestore», alle «evidenze circa la predisposizione del Piano a carattere sperimentale» e alle «evidenze circa l’inottemperanza agli impegni assunti dalla struttura commissariale in seno all’accordo sindacale sottoscritto in data 6 settembre 2018, con particolare riferimento ai lavoratori che, non avendo ricevuto una proposta di assunzione presso le Affiliate e siano rimasti alle dipendenze delle Società Ilva, avrebbero dovuto essere reimpiegati nelle attività individuate nel medesimo accordo».(
COMUNE CHIEDE INCONTRO URGENTE CON ARCELOR MITTAL - La Direzione Lavori pubblici del Comune di Taranto ha chiesto un incontro urgente con i tecnici di ArcelorMittal per dirimere la questione dell’approvvigionamento idrico necessario alla realizzazione della Forestazione Urbana dei Tamburi, progetto pilota di valenza nazionale, ricompreso all’interno del Contratto Istituzionale di Sviluppo per Taranto.
«Già in data 7 agosto - sottolinea una nota del Comune - ArcelorMittal Italia aveva assicurato l’approvvigionamento idrico necessario (200 mc/giorno) al mantenimento del nuovo parco urbano, individuando anche il pozzo 25 di proprietà, situato nei pressi degli archi dell’acquedotto del Triglio adiacenti la recinzione dello stabilimento». «È di ieri, con colpevole ritardo - prosegue la nota - la comunicazione di Mittal che conferma l’indisponibilità a concedere l’utilizzo del predetto pozzo in quanto Ilva in Amministrazione straordinaria ha richiesto di rientrarne in possesso per altri usi».
Questa situazione «di incertezza sulle procedure - osserva la Direzione Lavori Pubblici - non fa che aumentare i ritardi sulla realizzazione di una delle principali opere di risanamento ambientale programmate per il quartiere Tamburi, gravemente provato dalla incombente presenza della fabbrica ai propri confini».