9 anni e 4 mesi a Parnasso
Taranto, scandalo tangenti Asl: definitive 5 condanne
A 17 anni dagli arresti arriva la sentenza della Cassazione
TARANTO - A vent’anni dai fatti e circa dieci dal processo di primo grado, diventano definitive le condanne per i cinque principali imputati coinvolti nello scandalo della sanità pubblica scoppiato a Taranto a cavallo tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila. Dopo ben due processi di secondo grado per ristabilire le pene corrette anche in base alla prescrizione, la cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi dell’allora direttore dell’Asl Vito Armenise, dell’imprenditore Armando Parnasso, dalla cui azienda passavano appalti e tangenti milionarie e della dirigente delle risorse finanziarie Asl Antonia Manghisi. Diventano così definitive le condanne a sei anni e quattro mesi per Armenise, a nove anni e quattro mesi per Parnasso e a otto anni e cinque mesi per la Manghisi. Accolti parzialmente i ricorsi dell’ex direttore amministrativo dell’Asl Domenico Pepe e dell’ex funzionario Asl Raffaele Bruno Losavio, difesi rispettivamente dagli avvocati Donato Salinari e Amilcare Tana. La Cassazione ha ridefinito le pene definitive condannando a quattro anni e mezzo Pepe e a sette anni e 25 giorni Losavio. Per tutti gli imputati, inoltre, tre anni sono già cancellati dall’indulto. Sarà necessaria, però, una nuova udienza in appello a Lecce per decidere sulla confisca dei beni dell’imputato Losavio. Resta poco, dopo quasi quattro lustri, del maxi processo alla sanità tarantina, che, con gli arresti del 2002, portò alla sbarra un comitato d’affari accusato di aver preso d’assalto le casse pubbliche a suon di gare truccate e tangenti miliardarie, procurando una voragine da decine di milioni di euro. Alcuni degli imputati, peraltro, sono ormai ottuagenari. Processo dopo processo, la prescrizione ha cancellato la maggior parte dei ben 450 episodi di reato ipotizzati dalla procura all’epoca dei fatti, che contestò reati come associazione per delinquere, truffa, corruzione, peculato, turbativa d’asta, abuso d’ufficio e falso.
Nel 2013 la Cassazione era già intervenuta sul caso dichiarando prescritti tutti i reati commessi prima del nuovo millennio per i cinque imputati e inammissibili i ricorsi di altri undici. In primo grado, il 27 giugno del 2008, la seconda sezione penale del tribunale di Taranto emise 28 condanne per 107 anni di carcere in totale, ma anche nove assoluzioni. La condanna più alta andò proprio all’imprenditore Armando Parnasso, 14 anni (ridotti a 12 e cinque mesi in appello a Taranto e scesi ulteriormente a 9 anni e 4 mesi dopo un secondo processo d’appello). Fu proprio lui, interrogato dai pm, a svelare il giro di regali e tangenti per aggiudicarsi le gare d’appalto miliardarie. In due diversi processi d’appello le pene sono inoltre scese: da otto anni e un mese, a sei anni e quattro mesi per l’ex manager Vito Armenise. Da dodici anni e quattro mesi, a otto e mezzo, la condanna per Antonia Manghisi. Dei tre filoni d’inchiesta raccolti in un unico processo, facevano parte le indagini sulle più importanti gare d’appalto Asl e l’inchiesta sull’affidamento del servizio di informatizzazione degli atti amministrativi delle disciolte unità sanitarie locali al consorzio Ermete.