BARI - Ha ammesso tutte le tangenti che gli venivano contestate, fornendo elementi su almeno un altro paio di episodi. E così dopo una lettera scritta dal carcere di suo pugno, Nicola Iacobellis, l’ingegnere 59enne della Asl di Bari arrestato a novembre, ha ottenuto dal gip Giuseppe Ronzino la concessione dei domiciliari.
Determinante il parere favorevole del procuratore Roberto Rossi e la pm Savina Toscani, che avevano invece accolto con scetticismo le dichiarazioni rese da Iacobellis nell’interrogatorio di metà dicembre: il dirigente (sospeso dal giorno dell’arresto) era infatti apparso reticente su alcuni temi, a partire dal rapporto con l’impiegata Conny Sciannimanico (l’ultima rimasta in carcere).
Nella lettera l’ingegnere si sarebbe assunto la piena responsabilità di quanto contestato, spiegando anche le somme di denaro trovate in suo possesso. A Iacobellis e alla moglie Paola Andriani (finita ai domiciliari) nel corso delle perquisizioni sono stati infatti sequestrati 173mila euro in contanti, oltre che due borse di Vuitton (una blu a tracolla e un secchiello) e 21 gioielli da decine di migliaia di euro. Le indagini, che non sono concluse, ipotizzano l’esistenza di una associazione a delinquere per la corruzione sugli appalti di ristrutturazione edilizia della Asl di Bari.