L'inchiesta
Taranto, morti sul lavoro il video in mano ai pm
Avviata l'indagine contro ignoti e nominato un perito
TARANTO - Sul tavolo del procuratore capo Carlo Capristo c’è un fascicolo aperto dopo l’infortunio mortale di via Galeso, in cui martedì mattina hanno perso la vita il titolare di una ditta edile di Locorotondo, il 32enne Giovanni Palmisano e un operaio di Statte di 54 anni, Angelo D’Aversa.
La Procura, che coordina le indagini affidate a Polizia, Spesal e Ispettorato del lavoro, per le diverse competenze, procede per il momento «contro ignoti», ipotizzando l’omicidio colposo e l’inosservanza delle norme sulla sicurezza sui posti di lavoro. Almeno fino a quando non saranno chiarite le posizioni e le eventuali responsabilità dei titolari delle imprese coinvolte nel grave infortunio sul lavoro.
Alle indagini lavorano due sostituti procuratori: Daniela Putignano e Remo Epifani. Gli stessi che l’altra mattina hanno effettuato il sopralluogo in via Galeso.
La Procura ieri ha nominato un ingegnere che dovrà studiare il caso e stendere la perizia. Molto importante, per capire cosa sia accaduto alle 8 di martedì mattina a bordo di quel maledetto camion elevatore, risulta essere il video - acquisito dalla procura -, registrato dalle telecamere di sicurezza del negozio di ferramenta che erano puntate proprio sulla strada. La scena, come anticipato ieri dalla Gazzetta, è stata immortalata dall’occhio elettronico. Si vede il camion sobbalzare e il braccio che si piega di botto di 180 gradi. Poi sulla scena irrompono i passanti e si percepisce la disperazione sui loro volti per i due corpi catapultati giù dal cestello.
Nelle prossime ore potrebbe arrivare anche l’incarico al medico legale per eseguire l’esame autoptico delle due salme, portate l’altra mattina nell’obitorio dell’ospedale Santissima Annunziata.
Al caso lavorano in parallelo gli ispettori del lavoro, che stanno raccogliendo tutta la documentazione amministrativa relativa alle imprese coinvolte nell’incidente. L’obiettivo degli ispettori è capire se la «Gioedil srl», che faceva capo proprio a una delle due vittime, Giovanni Palmisano, avesse le carte in regola e fosse in pari con contratti e contributi. Gli ispettori dello Spesal, invece, sono al lavoro per verificare la posizione delle aziende in merito alla sicurezza. Stando a quanto si apprende, il camion con elevatore sul quale stavano operando le due vittime era fornito di gancio di sicurezza, ma né Palmisano, né D’Aversa avrebbero avuto le imbracature e né tanto meno si sarebbero ancorati al sistema salvavita.
Secondo gli esperti dello Spesal, l’obbligo di indossare l’imbracatura scatta già per chi opera ad un’altezza superiore ai due metri. Palmisano e D’Aversa sono morti schiantandosi al suolo dopo un volo di oltre 13 metri per il cedimento del braccio elevatore che ha ribaltato il cestello su cui i due erano erano montati per ristrutturare i balconi della palazzina di via Galeso. Il mezzo, sequestrato subito dopo l’infortunio mortale, sarà rimosso nelle prossime ore.