animali in famiglia

Anche il reflusso ha quattro zampe

Marco Smaldone

Si tratta di una patologia che io definisco “angosciante” per i nostri amici pelosi, anche se per fortuna quasi sempre guaribile. E una realtà sempre più diffusa. Queste le cause, i sintomi ed i rimedi.

Rimanendo ancora nella sfera delle malattie dello stomaco, dopo aver trattato la torsione gastrica del cane, parleremo del reflusso gastroesofageo nel cane e nel gatto. Si tratta di una patologia che io definisco “angosciante” per i nostri amici pelosi, anche se per fortuna quasi sempre guaribile. Si tratta di una realtà attualmente sempre più diffusa nei nostri amici pelosi rispetto a qualche anno fa. Queste le cause, i sintomi ed i rimedi.

È una malattia dovuta a disturbi del sistema digestivo in cui i succhi gastrici risalgono improvvisamente nell’esofago giungendo in gola, nelle narici e di rado anche nelle vie aeree, causando un’improvvisa e violenta sintomatologia. Tutto questo provoca un’immediata perdita di appetito, un’eccessiva salivazione e in alcuni casi anche tosse. Fra le cause più importanti oltre che maggiormente frequenti c’è un’alimentazione inadeguata, ma ancor di più delle alterazioni strutturali a carico dello sfintere esofageo.

Per quanto riguarda il trattamento, in primis, bisognerà modificare la dieta unitamente alla somministrazione di farmaci antireflusso che devono ridurre l’acidità gastrica. Senza trascurare l’attività fisica, poiché contribuisce ad una migliore digestione. Volendo spiegare bene il meccanismo patogenetico di questa malattia va ricordato che la normale funzione dell’esofago è quella di regolare il passaggio del cibo deglutito, che attraversa l’esofago per giungere nello stomaco (e mai il passaggio inverso). Però, quando lo sfintere gastroesofageo, ovvero la valvola che separa lo stomaco dall’esofago, non è perfettamente funzionante il contenuto dello stomaco ed in particolare modo i succhi gastrici, come già detto, potrebbero risalire fino alla bocca e nelle narici e più di rado invadere anche le vie respiratorie. Evenienza quest’ultima dai risvolti quasi sempre molto gravi, perché si possono avere complicanze a carico dell’apparato respiratorio, come bronchiti e polmoniti ab ingestis.

Quando l’acido gastrico schizza in gola, la reazione del cane è immediata per il forte bruciore causato dal potente succo gastrico. Quello che è peggio è che vi giunge soprattutto nelle narici, molto sensibili alla sostanza fortemente irritante ed immediatamente si scatenano sintomi che mettono in allarme i padroni. Il cane comincerà a starnutire in modo strano e prolungato facendo il cosiddetto “starnuto inverso”. Sintomo che si manifesta con brevi, ma forzate inspirazioni ed espirazioni nasali, anche molto rumorose, nel tentativo di eliminare la sostanza urticante che ha causato quella improvvisa e forte alterazione. Infatti, dopo alcuni episodi di questi ripetuti respiri (rumorosi e forzati), si attenua la violenta sintomatologia, interruzione anche favorita da una contestuale diluizione di quella sostanza irresistibilmente acida.

Altri simili episodi si potranno ripetere nei giorni successivi, fino a quando non verranno eseguite le dovute terapie contro l’iperacidità gastrica. Ma c’è di più, i loro succhi gastrici sono molto diversi dai nostri. Mentre nel nostro stomaco c’è una normale presenza di acido cloridrico, nel loro viene elaborata una secrezione di acido cloridrico molto più concentrata, con un Ph significativamente più basso (1- 2) e quindi molto più acido rispetto al nostro Ph (4- 5) e che potrebbe essere paragonato “all’acido muriatico”. E questa è anche la spiegazione per cui i cani riescono a digerire gli ossi. Questa realtà ci deve anche far dedurre la gravità e la sofferenza che il nostro amato Fido o Micio è costretto a subire, quando affetto da questa assillante patologia.

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