Animali in famiglia

Gatto! A me gli occhi (e curiamo la clamidia)

Marco Smaldone

Si affaccia spesso di questi tempi la clamidiosi, malattia che ogni anno si presenta a causa degli sbalzi termici, affliggendo i nostri amici gatti. Si tratta di una forma influenzale che oltre a colpire le prime vie respiratorie, può coinvolgere anche gli occhi in modo anche abbastanza severo. In realtà consiste in una congiuntivite bilaterale contagiosa del gatto che si presenta quasi sempre in concomitanza con quelle riferibili al complesso delle malattie respiratorie come la rinotracheite infettiva del gatto, la corizza contagiosa, unitamente alla clamidiosi. È proprio su questa fastidiosa malattia voglio soffermarmi, poiché non solo colpisce i felini, ma è anche contagiosa per l’uomo. Come accennato, la clamidiosi si manifesta colpendo entrambi gli occhi e con una forte infiammazione della congiuntiva, quest’ultima costituita da una sottile membrana trasparente che ricopre le superfici palpebrali interne: quando irritata, provoca intensa lacrimazione unitamente a secrezioni purulente. Materiale che deborda dagli occhi provocando addirittura un’altra affezione qual è l’epifora.

Quest’altra patologia va a insidiare la parte inferiore degli occhi causando un caratteristico cambio di colorazione del pelo, sotto agli occhi e lungo il muso, che assume una colorazione bruno-rossiccio unitamente ad una contemporanea irritazione della pelle sottostante. Sintomi questi che sono indice di una disfunzione delle ghiandole lacrimali dovuta alla severa patologia causata dalla clamidiosi. Consideriamo adesso quello che può essere il normale flusso lacrimale di un gatto in buona salute. Quando è normale le lacrime prodotte contribuiscono a mantenere costante il film lacrimale che, oltre al normale scorrimento delle palpebre sulla cornea, costituisce il principale meccanismo di difesa degli occhi, poiché l’organismo crea soltanto una moderata quantità di lacrime (utili solo per la normale detersione dell’occhio). Ma quando accidentalmente un corpo estraneo penetra in un occhio, ad esempio una ciglia o del pulviscolo o altro, la reazione di difesa dell’occhio è immediata e consiste proprio in un eccesso di lacrimazione che unitamente all’intenso ammiccamento palpebrale permettono l’allontanamento della sostanza irritante. Un ulteriore aiuto di eccellente difesa per gli occhi degli animali viene dalla terza palpebra (nittitante), che noi non abbiamo. Favorisce una immediata espulsione di un possibile corpo estraneo con un meccanismo simile al tergicristallo della nostra auto. Sistema questo molto efficiente fornitogli da madre natura e per loro importante, poiché sostituisce l’uso delle nostre mani. Membrana nittitante che di solito non è visibile quando l’occhio è normalmente aperto, ma che schizza ogni qualvolta le palpebre si chiudono compiendo la pregevole azione di detersione a protezione dell’occhio.

È bene tener presente che le lacrime normalmente vengono eliminate attraverso i condotti naso-lacrimali che sboccano nel naso. Questo succede grazie ai dotti lacrimali presenti all’interno delle palpebre inferiori che convogliano le lacrime nei condotti lacrimali attraverso i quali vengono espulse in continuazione, sempre che siano pervi, perché quando sono ostruiti, l’epifora diventa una realtà. Vediamo adesso come avviene la diffusione della clamidiosi. Intanto devo precisare che è sostenuta da un grosso batterio gram-negativo: «chlamydia psittaci», responsabile anche di altre malattie in altre specie uomo compreso. Nei gatti viene veicolata tramite secrezioni infette come la saliva e soprattutto tramite le lacrime e questo da soggetto malato a quelli sani. Un’altra via di trasmissione, forse la più frequente, è il contagio di quei gattini nati da mamme portatrici sane. Queste possono diffonderla a intere cucciolate nel periodo neonatale. Questo batterio rimane latente nell’organismo di quei cuccioli che riescono a sopravvivere alla malattia e che poi da grandi, soprattutto le femmine che diventano mamme, lo trasmettono ai loro piccoli.

La riacutizzazione della malattia negli adulti può verificarsi anche per altri motivi: a seguito di stress, per sbalzi bruschi di temperatura e per gli abbassamenti delle difese immunitarie. Quindi ogni volta che si dovessero evidenziare segni di rinite o di congiuntivite, soprattutto nei gatti regolarmente vaccinati con cadenza annuale e trattati con i vaccini cosiddetti trivalenti, ovvero contro gastroenterite infettiva, rinite e corizza, si deve sempre e subito sospettare la presenza di clamidiosi.

Vediamo adesso la terapia più attendibile. I farmaci di elezione per sconfiggere la clamidiosi sono quelli a base di tetraciclina, da somministrare per via orale all’incirca per tre settimane. Nel caso venissero praticate terapia di breve durata si otterrebbero solo miglioramenti sintomatici e potrebbero seguire delle ricadute. Se non trattati affatto, i soggetti superstiti possono diventare portatori sani di questo temuto microrganismo, cosa purtroppo molto presente nei gatti che fanno vita di colonia, dove per loro le cure sono alquanto difficili se non impossibili. Quando parliamo di soggetti trattabili insieme alla terapia sistemica sarà opportuno praticare anche una terapia locale, con collirio sempre a base di tetracicline.

Particolari precauzioni igieniche vanno osservate soprattutto nei confronti dei bambini: la clamidia del gatto potrebbe contagiarli causando leggere, ma fastidiose congiuntiviti. Per evitare problemi sarà opportuno far lavare sempre molto bene le mani ai bambini, dopo aver giocato con un gatto.

Privacy Policy Cookie Policy