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Come il lockdown ha cambiato il volto delle città

Alessandro Salvatore

L’ultimo episodio dell’ottava stagione di Wild Italy, in onda oggi alle 14 su Rai 5, parte dal lockdown per raccontare come quel periodo abbia cambiato la natura delle città

L’ultimo episodio dell’ottava stagione di Wild Italy, in onda oggi alle 14 su Rai 5, parte dal lockdown per raccontare come quel periodo abbia cambiato la natura delle città. Con la brusca ritirata dell’uomo da strade e piazze, la fauna urbana ha riconquistato spazi inattesi: volpi più audaci, rapaci che tornavano a cacciare sopra i tetti, persino ungulati spinti fin dentro i centri abitati. La trasmissione mostra come l’«Urban Nature» non sia un concetto astratto, ma la realtà del Terzo millennio, in cui una quota crescente della popolazione mondiale vive ormai in aree urbane.

Da questo punto di osservazione ambientale si allarga lo sguardo al bilancio generale della pandemia. Le stime dell’OMS indicano che tra il 2020 e il 2021 il Covid ha prodotto circa 15 milioni di morti in eccesso nel mondo, un impatto umano molto superiore ai soli dati ufficiali. Accanto ai decessi restano le conseguenze di lungo periodo: la sindrome post-Covid continua a colpire milioni di persone, con sintomi che limitano attività quotidiane e capacità lavorativa.

Sul fronte vaccini, le autorità sanitarie internazionali hanno documentato la presenza di rari effetti avversi, tra cui casi di miocardite e pericardite soprattutto in giovani uomini dopo gli interventi a mRNA.

L’esperienza del lockdown, raccontata da Wild Italy, ricorda infine che città e natura non sono mondi separati: la convivenza è già in atto e richiede nuove regole, maggiore consapevolezza e una pianificazione urbana capace di integrare la componente selvatica come parte essenziale della vita futura.

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