L'intervista

Con gli Oesais rock e risate: da stasera a Bari quattro date evento con i «Gallagher molfettesi»

Nicola Morisco

Toti e Tata, Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo, ritornano sul palco della Fiera del Levante: un Britpop alla sgagliozza con nuovi brani, in concomitanza con le prime date a Cardiff della reunion dei «veri» Oasis

Se l’annuncio del ritorno dal vivo degli Oasis dei fratelli Liam e Noel Gallagher con una tournée mondiale ha mandato in visibilio il popolo della band di Manchester, non da meno sta accadendo per il ritorno degli Oesais dei fratelli Gallagher di Molfetta: Toti e Tata, ovvero Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo. A 27 anni dalla loro prima esibizione, la mitica parodia molfettese dei due attori torna sul palco della Fiera del Levante di Bari stasera, sabato 5, lunedì 7 e martedì 8, con un live che mescola satira e puro divertimento. I concerti sono inseriti nell’ambito della programmazione estiva della Fiera curata da Bass Culture, Nuova Fiera del Levante e Radio Norba.

A Toti e Tata il compito di spiegare come affronteranno questi 4 live di sold out e il calore del pubblico che non li ha mai dimenticati. «In realtà ci hanno convinto i fan di Toti e Tata che fosse indispensabile riunire gli Oesais dopo l’annuncio degli Oasis - commentano Solfrizzi e Stornaiolo -. Solo che noi eravamo pronti a suonare nel garage di zio Mincuccio, con due casse e un frigo pieno di Peroni. E invece ci ritroviamo per quattro giorni in Fiera, con la gente che canta “La mnenn d’Vtond” come fosse “Wonderwall”. Ci chiamano i Gallagher di Molfetta e mentre cerchiamo di capire se è un complimento o un insulto, abbiamo fatto le magliette».

Il tour mondiale degli Oasis parte oggi da Cardiff, in Galles, per voi invece per il momento ci sono quattro date in Fiera. Ne farete altre ?

«Per carità, sappiamo che Cardiff è bella, ma vuoi mettere Bari con l’odore del panzerotto fritto? La Fiera del Levante è la nostra Wembley. Abbiamo scelto Bari per cominciare perché volevamo iniziare vicino ai parenti e agli amici, così se ci dimentichiamo qualcosa ce la portano in motorino. Quanto al tour sì, ci allargheremo. Facciamo un mini-tour europeo per rodare lo spettacolo e poi le date importanti: Bitonto, Gravina, Toritto e forse - se ci danno il visto - Torchiarolo».

Come venne l’idea di ironizzare sugli Oasis?

«L’idea venne a Gennaro Nunziante. Noel Gallagher aveva scritto delle canzoni meravigliose, ma mancava il sugo. Ci inventammo uno slang dialettale che sembrasse come l’inglese, un misto di molfettese, bitontino e chissà cos’altro, e attraverso quello, abbiamo potuto parlare del nostro territorio, del nostro tempo, di noi. Con un uso sapiente dei linguaggi Gennaro contrappose a un testo spesso greve la sua traduzione in italiano che era aulica, a tratti poetica. Un cortocircuito molto divertente».

Come avete concepito lo spettacolo-concerto?

«L’abbiamo pensato come una grande festa, di quelle dove si ride, si canta a squarciagola e si torna a casa senza voce ma con il cuore leggero. Non è solo una serata nostalgica: certo, gli Oasis ci sono, ma non ci siamo limitati ai “grandi classici”. Sul palco porteremo anche nuovi brani, sempre divertenti e rigorosamente in stile Oesais. Con noi suonerà una band formidabile, coro compreso. D’altronde, se gli Oasis sono cresciuti coi Beatles, noi siamo cresciuti con Modugno ma anche con Leone di Lernia. Il risultato? Un Britpop alla sgagliozza: melodie internazionali, ma con la panatura del Sud. A proposito, non mancherà l’ospite internazionale: Piero Scamarcio. Il più grande di tutti!».

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