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Nick Mason a Matera: «Barrett anima dei Pink Floyd non si sentiva un dio del rock»
Il batterista domani al Sonic Park con i «Saucerful Of Secrets»
MATERA - Senza Syd Barrett sarebbero mai esistiti i Pink Floyd? Fondatore del gruppo, compositore, chitarrista, cantante e, ovviamente, leader della iconica band inglese, instillò estro e genialità in quella sua creatura dal 1965 al 1968. Un raro disturbo mentale, unito a massicce assunzioni di Lsd, lo fecero discendere nel buco nero della follia e dei danni provocati dall’acido. Ciò segnò irreparabilmente il suo percorso con il gruppo, oltre alla sua stessa esistenza fino alla morte (7 luglio 2006). Il resto è storia dei Pink Floyd: al suo posto subentrò David Gilmour (chitarra e voce), chiamato dagli altri fondatori Roger Waters (basso, voce), Richard Wright (tastiere, voce) e Nick Mason (batteria).
Quest’ultimo era legato da profonda amicizia al geniale quanto sfortunato artista, che aveva fatto della sperimentazione la cifra della band. Chissà cos’altro avrebbe potuto esprimere, se il destino lo non avesse condotto nel buio della malattia mentale e alla sua uscita di scena anche dalla vita.
Barret è rimasto sempre vivo nei pensieri di Mason. In una intervista di diverso tempo fa, il batterista ha confessato, praticamente parlando a nome degli altri Pink Floyd (almeno dei superstiti, visto che Wright è morto nel 2008), di sentire un senso di colpa per la scomparsa del loro primo frontman. Barrett, tanto geniale quanto strano come personaggio, era insofferente «all’idea di poter essere considerato un dio del rock, mentre probabilmente a lui interessava fare un passo indietro e dedicarsi alla pittura. Su Syd – evidenziava Mason – sentimenti ed emozioni sono contrastanti. E sono felicità e tristezza, come pure sensi di colpa intesi però come consapevolezza di aver gestito male una situazione. Abbiamo fatto poco per lui, non abbiamo saputo affrontare una situazione così delicata».
Mason, che ora ha 79 anni compiuti, è ancora protagonista sulle scene internazionali con un supergruppo che ha formato nel 2018 per proporre, in particolare, i brani della prima discografia dei Pink Floyd: quelli, ovviamente, del periodo in cui Barrett era l’autore dei testi e l’anima creativa della band.
E non è una operazione nostalgia, o semplicemente tale, il progetto artistico Nick Mason’s Saucerful Of Secrets, che vede insieme una formazione musicale che allo stesso Mason (la prestigiosa rivista Rolling Stone lo colloca tra i 100 migliori batteristi di sempre) affianca altri big quali il bassista Guy Pratt (collaboratore dei Pink Floyd dal 1987), il chitarrista e cantante Gary Kemp (dei mitici Spandau Ballet), il chitarrista Lee Harris (Blockheads) e il tastierista Dom Beken.
Su Nick Mason e i «Saucerful Of Secrets» si accenderanno domani sera i riflettori del festival Sonic Park Matera nella Cava del Sole – David Sassoli (Strada statale 7 – via Appia, ore 21) per uno dei soli sei concerti che la band internazionale terrà in Italia questa estate. Il tour, che si concluderà mercoledì prossimo nell’anfiteatro del Vittoriale a Gardone Riviera, vedrà Mason e i suoi lunedì a Pompei. Una casualità oppure no, è proprio lì proprio che mezzo secolo fa, nella cornice unica degli scavi archeologici, nell’antico anfiteatro romano, i Pink Floyd registrarono quello che diventerà il film-documentario-concerto Live at Pompeii, diretto da Adrian Maben. Ancora oggi è un capolavoro del rock psichedelico, tra le più rivoluzionarie sperimentazioni dell’epoca.
Anche a Matera Nick Mason e la sua formazione proporranno, al numerosissimo pubblico atteso, lo spirito dell’epoca e degli inizi dei Pink Floyd con pezzi estratti da dischi storici come The Piper At The Gates Of Dawn, Ummagumma e, appunto, A Saucerful Of Secrets. Un repertorio che attinge ai lavori precedenti al mitico album The Dark Side Of The Moon, in un percorso temporale che va dal 1966 al ‘72.
A proposito di quest’ultimo disco, l’ottavo in studio della leggendaria band britannica e capolavoro indiscusso, ricordiamo un aneddoto narrato dallo stesso Mason. Il batterista anche sull’onda del successo di «The Dark Side Of The Moon», a quel tempo fu preso dal desiderio di comprare una bella casa. «Per questo, mi recai in banca per richiedere un prestito – raccontò anni fa in una conversazione giornalistica –. E al direttore che mi chiedeva quali garanzie potessi presentare per ottenere un mutuo, risposi semplicemente che avevo un disco al primo posto nelle classifiche americane. La cosa, però, non pare lo impressionò molto». British humor a parte, nei fatti non se ne ne fece poi nulla. E, a quanto ne sappiamo, non pare che quel prestito gli sarebbe servito per acquistare la sua attuale abitazione a Corsham, nel Wiltshire, dove vive. Questa casa, è una curiosità, era appartenuta precedentemente a una tale Camilla Rosemary Shand, attuale regina consorte di Charles III, ma allora «solo» Camilla Parker-Bowles.