Il festival
Sanremo 2023, Pegah: l’attivista lucana di origine iraniana sul palco dell’Ariston con Drusilla
L'attivista sale sul palco dell'Ariston a sorpresa con Drusilla Foer, tra le co-conduttrici dell’ultima edizione
BASILICATA - Le proteste contro il regime iraniano salgono sul palco di Sanremo. È l’ora di Pegah Moshir Pour. 31 anni, lucana ma di origine iraniana che vive a Bari, Pegah è attivista dei diritti umani, “sardina” santoriana, content creator in prima fila nelle proteste contro il regime dell’ayatollah a seguito della morte di Mahsa Jina Amini.
Pegah è arrivata in Italia nel 1998 da Teheran assieme a madre e padre. È una social media marketing manager e partecipa a diversi progetti culturali e politici tra cui la raccolta fondi in Basilicata per Unesco giovani. Molto seguito è il suo profilo Instagram dove sono raccolti diversi interventi in importanti trasmissioni televisive italiane tra cui TvTalk e TG2.
L'attivista sale sul palco dell'Ariston a sorpresa con Drusilla Foer, tra le co-conduttrici dell’ultima edizione. Il loro monologo è toccante e profondo: «Non avrei potuto parlare così su un palco nel mio Paese. Per questo insieme agli altri ragazzi del mio Paese ho deciso che non posso più restare in silenzio. La parola paradiso deriva dall'antico nome persiano "giardino protetto". Ma come si può chiamare un posto dove il regime uccide perfino i bambini? Da quando Mahsa Amini è stata uccisa dalla polizia morale, il popolo iraniano sta difendendo con la vita la propria libertà. Io vi ringrazio perché ricordate al mondo che la musica è un diritto umano. E vorrei usare la melodia e le parole di una canzone che è diventata l'inno della rivoluzione, "Baraye", di Shervin Hajipur, che è stato arrestato per questo. La canzone si chiama, in italiano "Per"», raccontano.