punto di vista
Il 17 che fa paura, dall’antica Roma a piazza Castello
Un percorso politico, quello di Melucci, che assomiglia tanto al napoleonico “Cadde, risorse e giacque” di manzoniana memoria
Melucci: inaugurando, finì. Bisogna attingere alla lezione di sintesi di un genio degli aforismi come Ennio Flaiano per descrivere il paradosso tutto tarantino di un sindaco sfiduciato nella giornata in cui apre alla viabilità automobilistica un tratto di strada extraurbana, a lungo atteso da tutta la cittadinanza. Sta tutta in questa incredibile contraddizione della logica, il simbolo della parabola discendente della sindacatura Melucci. Voluto, interrotto, rieletto, fibrillato e sfiduciato: un percorso politico, quello di Melucci, che assomiglia tanto al napoleonico “Cadde, risorse e giacque” di manzoniana memoria. E poi c’è quel numero: 17. La disgrazia dello scioglimento prematuro del Consiglio Comunale di Taranto, che fu impedita dall’agghiacciate cambio di direzione di un consigliere, nonostante l’esempio strenuo e coerente di Massimo Battista, è arrivata a compiersi dopo qualche mese. Ma tutto era avvenuto già allora. Solo i giapponesi, con la loro tecnica chiamata kintsugi, riescono ad acconciare un oggetto rotto migliorandone le caratteristiche. In riva allo Jonio, questo non funziona. Mi auguro che i danneggiati dalla sfiducia a Melucci non si ammalino di eptacaidecafobia, il termine che indica il terrore che molti provano per il numero 17. Pare che tutto nasca da una malizia latina: l’anagramma del numero 17, scritto però in numeri romani. XVII, con un lieve spostamento, diventa VIXI, che significa ‘vissi’. In pratica, che sono morto. Scusate: concedetemi una pausa per giustificati gesti apotropaici. Io non sono superstizioso, è vero, ma prudente sì.
Ricominciamo: pure i pitagorici della Grecia Antica consideravano il 17 un numero nefasto! Nell’Antico Testamento, figuriamoci, è scritto che il diluvio universale cominciò il 17 del secondo mese! Addirittura la distruzione della legione romana 17 nella battaglia di Teutoburgo contro i Germani di Arminio, nel 9 dopo Cristo, azzerò la possibilità che tale numero infausto fosse attribuito ad altra legione. Melucci era stato avvisato dalla sorte: quel 17 gli avrebbe portato male. Così è stato. Adesso Taranto sarà chiamata a una consultazione elettorale lampo, mentre già si scaldano i candidati al prossimo Consiglio Regionale. Gli elettori della Città dei Due Mari saranno tirati, perciò, da mille sollecitazioni incrociate che risponderanno a mille interessi caotici. Ma io sono ottimista. Perché dalla confusione annebbiante qualcosa già si intravede, seppur abbozzata, embrionale. È vero: si partirà da ‘Amor con amor si paga’, come stabilì Petrarca. Sarà inevitabile. Le scorie della sindacatura Melucci peseranno. Però poi bisognerà costruirle ‘ste candidature! in qualche hotel, per esempio, ne sanno già qualcosa.