Punti di vista
Piccolo viaggio nella casa-museo
Si tratta della Collezione Spada, custodita in un’antica fabbrica di scarpe, la Fratelli Gidiuli, all’interno di Palazzo Prete in via Lupinacci e che rientra nell’elenco delle meraviglie dell’Associazione Nazionale Piccoli Musei
Le avete ascoltate le prime piogge? Sono una musica che viene da lontano e accorda l’autunno. Tempo di trasformazioni e di altre scoperte, rivolgendo lo sguardo verso l’interno degli antichi palazzi, gli androni dietro i portoni coi battenti e certe scalinate che sono come la buca del Bianconiglio. Perché ottobre è iniziato, potete procurarvi un’avventura. Per esempio, lo sapevate che a Lecce c’è una Casa Museo dedicata agli antichi strumenti musicali? Si tratta della Collezione Spada, custodita in un’antica fabbrica di scarpe, la Fratelli Gidiuli, all’interno di Palazzo Prete in via Lupinacci e che rientra nell’elenco delle meraviglie dell’Associazione Nazionale Piccoli Musei. Questo scrigno contenente strumenti musicali costruiti tra il XVI secolo e i primi del ‘900, comprende anche un corredo iconografico, una biblioteca. Ogni visitatore può citofonare e lasciarsi accogliere dal curatore di questa straordinaria collezione, Francesco Spada, che ha la premura di far ascoltare a chiunque passi dalla sua Casa Museo i suoni pizzicati su corde di epoche lontane. Tutti i sound del mondo e del tempo, infatti, sembrano qui riammagliati dalla sua instancabile passione. Se la mappa di una casa è pur sempre fatta di stanze e corridoi, questa si inanella per settori: musica liturgica, da banda, legni d’orchestra, musica per l’infanzia, strumenti da tasto e a corda, musica popolare e meccanica. La museologia delle meraviglie, più che nei grandi musei visitati in giro per il mondo, mi ha sempre lasciato attraversare lo specchio di Alice. Per oltre quarant’anni, questo collezionista che è chiaramente un romanzo vivente, nonché molti spartiti, ha cercato archiviato e studiato l’evoluzione costruttiva degli strumenti. Nel frattempo, non si sa grazie a quale prodigio peculiarmente umano, è riuscito anche ad esercitare la professione di medico chirurgo, vivere contemporaneamente in due case di due distinte città pugliesi (torna da Montemesola nel fine settimana), amare e giocare con una moglie silenziosa che ti conquista con la sua eleganza alla Irene Papas mentre ti aggiri felice tra oggetti palpitanti storie. Appena si schiude la porta, lo sguardo è rapito da un organetto processionale e l’incantesimo si moltiplica attraverso una teoria di saloni abitati da flauti, arpe, viole d’amore e antesignani dei juke-box dalle grandi trombe ancora piene di quel bel fruscio che precede tutta la musica dedicata a chi ha ancora orecchie.