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Regionali, Lobuono: «Decaro? Altro che volto nuovo. È il simbolo di un sistema che ha fallito»

Il candidato presidente del centrodestra è intervenuto oggi a Bisceglie

"Il mio avversario, Decaro, si presenta come il volto nuovo, ma in realtà è stato capogruppo del PD in Consiglio regionale, parlamentare del Pd, sindaco con molti assessori e consiglieri regionali a lui vicini ed è, quindi, pienamente responsabile del sistema fallimentare che ha portato la Regione alla crisi in tutti i maggiori settori". Così Luigi Lobuono, candidato presidente del centrodestra, rispondendo alle domande dei giornalisti a Bisceglie. "In vent’anni di governo la sinistra non ha risolto i problemi strutturali della Puglia, anzi li ha aggravati. Oggi viviamo in una condizione di emergenza permanente: nella sanità, dove i cittadini non riescono più a curarsi in tempi accettabili; nell’agricoltura, alle prese con una crisi idrica senza precedenti; nel lavoro, che manca soprattutto per i nostri giovani; e nella gestione dei rifiuti, divenuta ormai insostenibile.”

Lobuono ha poi voluto rimarcare il proprio metodo e la serietà del suo impegno politico: “Io mi considero una persona seria e coerente. Quando stringo la mano a qualcuno, per me quella è una promessa che vale più di qualsiasi contratto scritto. La politica deve tornare a essere un patto di fiducia con i cittadini, non un esercizio di propaganda.”

Il candidato ha inoltre evidenziato la compattezza e la determinazione della coalizione di centrodestra, che in queste settimane sta mostrando grande entusiasmo e partecipazione in tutta la regione: “Sono orgoglioso di guidare una squadra unita, compatta e desiderosa di cambiare davvero le cose. Per la prima volta dopo tanti anni, il centrodestra pugliese si presenta con una visione comune e con la forza di un progetto credibile per restituire speranza ai nostri territori. La sinistra ha portato la Puglia sull’orlo della crisi, noi vogliamo riportarla sulla strada della crescita, dell’efficienza e della dignità.”

“La Puglia merita di più –ha concluso– ovvero una classe dirigente che metta al centro i bisogni delle persone e non le logiche di partito".

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