Il caso

L'assessora, il consigliere comunale e la moglie del sindaco: all'Arpal infornata di politici nei Centri per l'impiego

Massimiliano Scagliarini

Le nomine dell'Agenzia per il lavoro. E spunta l'accreditamento per la coop della famiglia del consigliere di amministrazione Liturri

I concorsi portati a termine a partire dal 2021 durante la gestione dell’ex direttore generale Massimo Cassano sono stati vinti da persone vicine alla politica. Ma anche il nuovo corso di Arpal sembrerebbe privilegiare, per scelte in sé legittime ma comunque discrezionali, sempre le stesse logiche. E dunque non può stupire se nell’elenco dei nuovi direttori dei Centri per l’impiego figurano molte persone collegate al centrosinistra. Coincidenze, naturalmente. Come nel caso della nuova direttrice del Cpi di Martina Franca. Si chiama Elena Convertini, ed è l’assessore ai Servizi sociali dello stesso Comune, nominata a marzo nella giunta di centrosinistra: è diventata responsabile del Centro per l’impiego 11 giorni dopo la nomina ad assessore.

Tecnicamente si tratta di incarichi di «elevata qualificazione», una sorta di vicedirigenza che l’Arpal ha assegnato a seguito di un avviso interno: si candida chi ha i requisiti, ma poi la scelta è rimessa alla piena discrezionalità del dirigente. Nel caso specifico della dirigente Marta Basile, arrivata in comando da Aress, che in Arpal ha preso il posto dell’ex dirigente Luigi Mazzei, il braccio destro politico di Cassano andato in pensione nonostante il cda di Arpal abbia fatto di tutto per provare a trattenerlo: il nuovo dg Gianluca Budano ha però disatteso l’indicazione del cda (secondo cui Mazzei era «insostituibile») e il Tribunale del lavoro gli ha dato ragione.

Le nomine dei direttori, dunque. A Castellaneta il direttore del Cpi si chiama Carmine Calandriello, assunto per concorso nel 2021 quando è diventato anche consigliere comunale del Pd a Pisticci. A Grottaglie, invece, la nuova direttrice è Simona Zecca: è la moglie del sindaco di San Marzano di San Giuseppe, Francesco Leo, eletto con una coalizione civica che guarda al centrosinistra. In ufficio ha chi la può capire, visto che tra i colleghi c’è anche la moglie del sindaco di Grottaglie, Simona Orlando, trasferita vicino casa da una sede del Brindisino. Coincidenze simili si ripetono in tutte le altre province pugliesi: in un piccolo Comune della provincia di Foggia risultano dipendenti Arpal la figlia del sindaco, il fratello di un assessore e la figlia di un consigliere di opposizione. La prima lavora nel Centro per l’impiego del capoluogo, le altre due persone in quello dello stesso paese.

Formalmente non c’è alcuna irregolarità. Si può discutere al limite sulle situazioni di inopportunità di cui, come è chiaro da anni, Arpal Puglia è piena. Dopo il caso Cassano, che il Consiglio regionale ha fatto decadere proprio per via della gestione «politica» dei concorsi pubblici (vinti per pura coincidenza da suoi parenti, da parenti della moglie, e da persone collegate con il suo movimento Puglia Popolare), l’agenzia per il lavoro è stata affidata a un consiglio di amministrazione: a giugno 2023 il governatore Michele Emiliano ha scelto come presidente Beniamino Di Cagno (commercialista della famiglia Cassano), e come consiglieri Donato Liturri e Serena Triggiani (che si è poi dimessa dopo la nomina ad assessore regionale all’Ambiente, sostituita dall’ex parlamentare Cinzia Capano).

Liturri, ex consigliere comunale di Noicattaro, era in una posizione non chiara al punto che all’epoca il capo dell’Anticorruzione dell’agenzia si è dovuto rivolgere all’omologo ufficio regionale e alla Funzione pubblica. E questo sia per l’incarico di consigliere comunale (da cui si è poi dimesso), sia perché socio ed ex amministratore di una cooperativa sociale, La Rosa dei Venti di Noicattaro, di cui è presidente la sorella.

Rosa dei Venti nell’ottobre 2024 era finita al centro delle polemiche perché aveva subaffittato alla Città metropolitana di Bari (a quasi 30mila euro al mese) alcuni locali di proprietà della parrocchia di San Giuseppe per i quali paga circa 1.500 euro al mese. Ma il problema con Arpal riguarda un altro aspetto: la coop sociale, infatti, risulta svolgere attività anche come agenzia per il lavoro.

Il problema sollevato all’epoca dalla responsabile dell’Anticorruzione è stato risolto con una interpretazione sulla base delle delibere Anac, rilevando che ai componenti del cda dell’Arpal non sono assegnate competenze di gestione: questo ha fatto quindi venire meno l’ipotetica inconferibilità in capo a Liturri, che comunque è stato l’ultimo a insediarsi dopo la nomina. E, curiosamente, ha reso la dichiarazione di assenza di cause di incompatibilità (che va consegnata immediatamente) soltanto il 4 ottobre dello scorso anno. Cosa è successo nel frattempo? Che l’Arpal, con una determina del 28 giugno 2024, ha concesso l’accreditamento alla Rosa dei Venti come agenzia per il lavoro, per l’erogazione dei servizi di base e quelli destinati a disabili, donne e migranti. Anche qui, formalmente, tutto regolare ma molto, molto inopportuno.

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