Politica
Sfiducia e sindaci, la maggioranza alla conta dei numeri in Puglia
Domattina riunione del centrosinistra convocata da Emiliano
E’ convocata per domani mattina alle 9 la riunione del centrosinistra pugliese voluta dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, e alla quale sono stati invitati i vertici nazionali di Partito democratico, Avs e Movimento 5 Stelle per discutere del futuro dell’ex Ilva e dell’Accordo di programma proposto dal governo. Emiliano ne discuterà per giungere ad una decisione quanto più possibile condivisa.
Il governatore non ha, invece, preso parte alla riunione della maggioranza tenutasi questo pomeriggio per dipanare la matassa dei numeri che mancano. Soprattutto in vista della mozione di sfiducia presentata dal centrodestra e da discutere nelle prossime sedute. Il Movimento 5 Stelle ha tenuto nella serata di ieri una riunione con il leader Giuseppe Conte, durante la quale si è deciso di astenersi dal voto sulla mozione di sfiducia (decisione che riguarda tutti i consiglieri tranne Antonella Laricchia che, invece, voterà a favore della sfiducia). Questo dovrebbe portare il centrosinistra a respingerla con 25 voti pressocché certi, 26 se il tarantino Massimiliano Stellato, ex Italia Viva e ora nel gruppo Misto, deciderà (ma appare improbabile al momento) di sostenere il governatore.
Quando sarà discussa è tutto da capire, bisognerà trovare nella riunione dei capigruppo prevista per domani, una data che non registri troppe assenze già annunciate (per motivi personali e istituzionali dei singoli consiglieri). Prima del 9 luglio si tenterà di convocare un Consiglio regionale quanto meno per modificare la norma anti-sindaci, quella che impone ai primi cittadini candidati alle prossime regionali le dimissioni 180 giorni prima della fine della legislatura.
Il tentativo, considerate appunto anche le assenze, sarà di votare la modifica che porta il tempo per le dimissioni a 30 giorni dalla presentazione delle liste. Su questa proposta non sarebbe concorde il centrodestra che preferirebbe puntare il cronometro a partire dalla fine della legislatura. Il Movimento 5 Stelle è intenzionato ad astenersi, cosa che permetterebbe la tenuta del numero legale anche se mancassero i 25 voti della maggioranza.