Il caso

Arpal, annullate le due consulenze agli «amici»: «Non potevano essere assegnate così»

Massimiliano Scagliarini

L'Agenzia per il lavoro costretta al dietrofront dopo i rilievi della Corte dei conti: nel mirino i contratti a un avvocato romano e a una dirigente comunale

BARI - Le consulenze affidate senza prima aver messo in atto una procedura comparativa violano le linee guida della Corte dei conti, soprattutto perché - nel caso specifico - l’oggetto dell’incarico risulta abbastanza generico. È per questo che l’Arpal ha disposto l’annullamento in autotutela dei due contratti affidati lo scorso anno a un avvocato romano e a una dirigente del Comune di Bari.

Il dietrofront disposto dal direttore generale Gianluca Budano è arrivato dopo i rilievi della stessa Corte dei conti, che per uno dei due casi (quello dell’avvocato Filippo Bersani) ha trasmesso gli atti alla Procura ravvisando l’esistenza di un danno erariale a fronte di «rilevanti profili di criticità» nella procedura. Per l’altro contratto da 20mila euro, affidato a una dirigente pubblica che avrebbe dovuto occuparsi di controllo di gestione, i rilievi dei giudici contabili sono simili. In un caso e nell’altro l’Arpal avrebbe proceduto senza bando, e - almeno in quello dell’avvocato romano - anche senza accertare preventivamente che tra gli oltre 900 dipendenti dell’agenzia per il lavoro ci fosse qualcuno dotato della professionalità adatta a svolgere l’incarico...

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