Il caso

Falsi green pass venduti a 350 euro: venti pugliesi nei guai

ALESSANDRA CANNETIELLO

Rischia il processo anche un’operatrice sanitaria del 118 di Taranto

TARANTO - Falsi green pass venduti a 350 euro a cittadini di diverse regioni italiane che volevano ottenere il lasciapassare sanitario senza però sottoporsi ai vaccini anti-Covid. Sono 55 le persone che rischiano ora di finire a processo e tra questi quasi una ventina di pugliesi, una operatrice sanitaria del 118 e un impiegato della Asl Taranto. L’inchiesta è di competenza della direzione distrettuale di Lecce, perché tra i reati contestati c’è anche l’accesso abusivo ai sistemi informatici. Le indagini del Nucleo economico finanziario delle Fiamme gialle di Taranto hanno inquadrato una serie di reati e tra questi la corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e di persona incaricata al pubblico servizio, falso ideologico, anche commesso da pubblico ufficiale e poi truffa consumata e peculato. Nei mesi scorsi il gip Francesca Mariano aveva disposto l’imputazione coatta nei confronti delle persone coinvolte, respingendo la richiesta di archiviazione del pm Donatina Buffelli che aveva ritenuto non sufficiente il quadro di indagine sull’effettivo rilascio dei falsi certificati.

Di concorso in corruzione, falso ideologico e accesso abusivo a sistemi informatici rispondono in cinque: alla tarantina Elisabetta Stante, operatrice sanitaria del 118, l’accusa contesta di aver raccolto le richieste dei falsi green pass, incassando il denaro in contanti e sulla carta prepagata della madre Angela Bettini. Attestazioni che, da quanto emerso dalle carte dell’inchiesta, avevano fruttato almeno 50mila euro dal gennaio 2020 al gennaio 2021...

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