Il bilancio
Furti e rapine fanno paura ai commercianti della Puglia
Anche atti vandalici e spaccate sono temuti dalle imprese del terziario
Che l’illegalità diffusa abbia dei costi economici e sociali altissimi è un fatto ovvio e noto: addirittura lo scorso anno l’illegalità è costata alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi 39,2 miliardi di euro e ha messo a rischio 276 mila posti di lavoro regolari, in leggera crescita rispetto all’anno precedente. L’abusivismo commerciale è costato 10,3 miliardi di euro, l’abusivismo nella ristorazione pesa per 7,4 miliardi, la contraffazione per 5,1 miliardi, il taccheggio per 5,4 miliardi. Gli altri costi della criminalità ammontano a 7,1 miliardi e i costi per la cyber criminalità a 3,9 miliardi. È quanto è emerso dall’indagine Confcommercio sui fenomeni illegali, presentata ieri a Roma in occasione della 12esima edizione della Giornata nazionale «Legalità, ci piace!» alla presenza del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, del sottosegretario di Stato all’Interno, Nicola Molteni, e della vice presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia con delega alla Legalità e alla sicurezza, Patrizia Di Dio.
In Puglia, a differenza di quello che avviene nel resto del Paese, Il 28,6% delle imprese del terziario percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2024, percentuale inferiore al dato nazionale (30%). Furti (29%), rapine (28,4%), atti di vandalismo e spaccate (27,6%) sono i fenomeni criminali percepiti in maggior aumento dalle imprese del terziario di mercato pugliese. Le percentuali sono superiori ai valori nazionali.
Il 29,3% degli imprenditori teme il rischio di essere esposto a fenomeni criminali come furti, rapine, atti vandalici, aggressioni, etc. Il dato è inferiore a quello nazionale pari al 31,3%.
I furti sono il crimine che preoccupa di più in termini di sicurezza personale, dei propri collaboratori, e della propria impresa (32,5%). Il valore è leggermente superiore al dato Italia pari a 33,2%.
«La “Giornata della Legalità” da 12 anni vede Confcommercio fermarsi a riflettere su tutti quei fenomeni delinquenziali che attanagliano le imprese. Siamo persone concrete e abbiamo proposto incentivi sulla videosorveglianza che potrebbe aiutare gli imprenditori a sentirsi più sicuri e le forze dell’ordine dal punto di vista della tempestività dell’intervento. In considerazione dell’utilizzo collettivo e del costo rilevante che le imprese devono sostenere, confidiamo si possano individuare soluzioni volte ad incentivare le maggiori spese», ha commentato Vito D’Ingeo, presidente di Confcommercio Puglia alla presenza del prefetto di Bari, Francesco Russo e dei vertici regionali delle Forze dell’ordine.
Il 15,8% delle imprese in Puglia dichiara di aver riscontrato episodi criminali legati alla presenza delle baby gang nella zona di operatività dell’impresa (il dato è inferiore al valore nazionale pari al 21,3%) e di questi il 48% è preoccupato per la propria attività. Il 27% degli imprenditori teme il fenomeno della «mala movida» (dato inferiore rispetto a quello nazionale pari al 30,2%), soprattutto per il degrado urbano (59,5%) e per atti di vandalismo e danneggiamenti alle strutture (37,9%). Il 21,2% degli imprenditori dichiara di essere «molto preoccupato» per il rischio di racket e usura. Valore inferiore rispetto al dato italiano pari al 25,8%. Di fronte a questi fenomeni, il 59,8% degli imprenditori ritiene che si dovrebbe sporgere denuncia (dati inferiori a quello nazionale pari al 63,1%).
«Contrasto all’abusivismo e alla contraffazione tramite un rafforzamento del controllo del territorio da parte delle Amministrazioni locali e delle Forze dell’Ordine, evitando la diffusa tolleranza soprattutto riguardo al fenomeno dell’occupazione di suolo pubblico per la vendita ambulante abusiva che, oltre ad alterare la concorrenza, contribuisce in maniera significativa al degrado delle città», ha detto il presidente D’Ingeo.
Il 65,7% delle imprese del terziario di Puglia ritiene di essere penalizzato dall’abusivismo e dalla contraffazione. Il dato è superiore a quello nazionale pari al 60,1%. L’84,6% delle imprese ha investito in misure di sicurezza, in particolare in sistemi di videosorveglianza e di allarmi antifurto. Valore superiore al dato nazionale (82,9%).
La legalità, è emerso dall’incontro, è il rispetto delle regole condivise che garantiscono diritti, doveri e libertà individuali e collettive. Per questo, ha aggiunto il prefetto di Bari, Francesco Russo, «ritengo fondamentale il coinvolgimento delle associazioni di categoria nelle sedute dei comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica perché l’azione di contrasto veda un ruolo più diretto e incisivo per una maggiore conoscenza delle aree critiche. Infatti i fenomeni criminali non sono un fatto solamente tecnico ma hanno determinanti fattori storici, sociali ed economici».