Politica

Consiglio Regionale Puglia, è tutto un «battiquorum» degli uscenti

Michele De Feudis

I consiglieri civici cercano la quadra nelle liste del presidente, mentre la Maurodinoia si siede nei banchi dell’opposizione

I corridoi del Consiglio regionale, al primo piano di Via Gentile, trasformati in una improvvisata sede di un seminario di diritto pubblico, inteso nell’accezione di diritto elettorale. Sono i capannelli dei consiglieri esponenti delle liste civiche o aderenti alle formazioni dell’area vicina al governatore Michele Emiliano a interrogarsi su quale possa essere la strada migliore per tentare la rielezione, mentre nel centrodestro si sentono più garantiti (per le possibili divisione degli spazi in caso di vittoria e di sconfitta).

Una immagine per tutte: il consigliere delegato di Con Stefano Lacatena, accanto a una pattuglia di civici, sorride a Tommaso Scatigna, sottintendendo che non si dovrà interrogare su questi problemi, con lo scontato exploit di Fdi. L’ex sindaco di Locorotondo, infatti, sarà uno dei candidati di punta dei meloniani, che potrebbero, secondo un fatomatico foglio Excel che gira nell’aula, raddoppiare i seggi. Gli altri? Interrogano i più esperti e cercano conforto politico in sentenze del Tar («La prossima divisione dei seggi sarà 23 all’opposizione e 27 alla maggioranza, se Decaro non supererà il 65% dei voti», sibila sicuro un consigliere che ha difeso in sede amministrativa il suo seggio).

Il consigliere di Emiliano Rosario Cusmai, dirigente di Con, ascolta le disamine dotte e le invocazioni di giurisprudenze varie dei consiglieri, mentre nessuno sa dire se nella prossima coalizione progressista sopravviveranno le vecchie liste o il candidato in pectore Decaro sfoltirà il quadro, riducendo la falange civica a solo due «listoni». Qualcosa intanto è cambiato: nell’emiciclo delle opposizioni si è seduta per la prima volta l’ex assessore dem Anita Maurodinoia, dopo il doloroso addio al centrosinistra, e il colpo d’occhio c’è tutto. Napoleone Cera, tra un intervento e l’altro, si è confrontato con i suoi nuovi compagni di strada leghisti, Gianfranco De Blasi e Giacomo Conserva. A differenza dell’esponente dauno, in tanti, sono alla finestra. Il civico ionico Antonio Scalera, protagonista dei blitz sulla legge per stoppare le candidature dei sindaci, guarda ad un riposizionamento da «La Puglia Domani» ad un partito nazionale del centrodestra. Poi risalta il caso del professor Pier Luigi Lopalco, eletto in Con e ora nel gruppo Pd. L’accademico consegna alla Gazzetta la sua disponibilità a impegnarsi: «Il Pd ha intrapreso un percorso strutturato per la formazione delle liste. Personalmente il mio impegno nel partito può essere offerto in diverse modalità». «Sono sicuro che, a prescindere dalla mia disponibilità a ricandidarmi e dalla volontà del partito a farlo, potrò continuare a dare il mio contributo di competenza ed esperienza alla comunità democratica», puntualizza rinnovando un approccio da «iscritto al Pci» che quasi stona con il clima da corrida che inizia a surriscaldarsi nei vari partiti. Candidabile a Bari o a Lecce (dove tra i dem si prepara una corsa all’ultimo voto tra Loredana Capone, Stefano Minerva e una probabile altra candidatura femminile di peso), l’igenista è considerato dai vertici del partito «una risorsa preziosa», perché, spiegano, «ha un bagaglio non indifferente di voti d’opinione, per la sua conclamata autorevolezza».

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