l'inchiesta
Truffa da mezzo milione all'Acquedotto Pugliese, indagato ex dipendente: «Sentenze false per intascare risarcimenti»
L'accusa di peculato nei confronti di un 48enne di Grumo. Le indagini della Procura sui soldi: ipotesi riciclaggio
BARI - Tutto è partito dalla verifica casuale sul nominativo di una persona che risultava beneficiaria di una sentenza di risarcimento danni. Da lì è venuto fuori non solo che quella sentenza era stata falsificata, ma anche che non era la prima. E che con questo trucco, andato avanti per almeno tre anni, un dipendente dell’Acquedotto Pugliese era riuscito a portare a casa diverse centinaia di migliaia di euro. Due anni dopo la denuncia presentata da Aqp, la Procura di Bari sembra aver ricostruito uno spaccato ancora più ampio e preoccupante che potrebbe coinvolgere diverse persone.
Il principale indagato si chiama Giuseppe Petruzzelli, 49 anni, di Grumo. La pm Chiara Giordano, che coordina le indagini delegate alla Finanza, ha ipotizzato nei suoi confronti le accuse di peculato, falso e accesso abusivo a sistema informatico. Ma seguendo la traccia dei soldi, che sarebbero finiti su una decina di carte prepagate intestate a prestanomi, è spuntata anche l’ipotesi del riciclaggio che implica la presunta responsabilità di altre persone.
Fino al licenziamento dell’estate 2023 Petruzzelli era dipendente dell’ufficio legale di Aqp. Dopo la scoperta della prima sentenza è scattato un audit interno che ha rilevato non meno di altri 30 casi di provvedimenti giudiziari apparentemente emessi da vari Tribunali, reali oppure assolutamente falsi, ma sempre modificati o comunque costruiti per far risultare come beneficiario del risarcimento un nominativo inventato. L’esame del sistema informatico interno - secondo Aqp - ha portato a ricondurre la responsabilità a Petruzzelli e a individuare gli Iban su cui sono stati effettuati gli accrediti delle somme per un totale molto rilevante, nell’ordine del mezzo milione di euro. Da qui in poi gli accertamenti sono passati nelle mani della Procura cui l’Acquedotto ha trasmesso tutta la documentazione e la relazione finale dell’audit.
Il presunto responsabile (che risulta abilitato come «abogado», all’epoca presso l’ufficio legale della società pubblica) ha impugnato il licenziamento. La causa è in corso davanti al giudice Vincenzo Maria Tedesco del Tribunale di Bari, dove l’Acquedotto è difeso dall’avvocato Elio Vulpis e dove sono già stati sentiti alcuni testimoni (prossima udienza a marzo). Petruzzelli è invece difeso da un importante giuslavorista, il professor Sebastiano Bruno Caruso dell’Università di Catania.
Caruso, ex assessore regionale al Lavoro con la giunta Crocetta in quota Pd, quasi in coincidenza con il licenziamento di Petruzzelli è stato nominato dal presidente della Regione, Michele Emiliano, come presidente del Consiglio di disciplina delle aziende di trasporto pubblico locale. Si tratta di un organismo previsto da un regio decreto del 1931 cui sono devolute le decisioni sui procedimenti disciplinari che riguardano i dipendenti delle aziende di trasporto. La norma dice che il presidente deve essere scelto «preferibilmente tra i magistrati», cosa che la Puglia aveva fatto nel 2020 scegliendo - a seguito di un avviso pubblico - il giudice tranese Elio Di Molfetta, poi costretto a dimettersi perché il Consiglio di Stato aveva ritenuto legittimo il «no» del Csm a quell’incarico.
A luglio 2023, mentre assessore ai Trasporti era Anita Maurodinoia, Caruso da Catania manda alla Regione Puglia una manifestazione di interesse a ricoprire l’incarico che è gratuito e prevede solo rimborsi spese. Diciannove giorni dopo il governatore Michele Emiliano firma la nomina con cui pone il professore siciliano alla testa dei consigli di disciplina di 18 aziende pubbliche. Decisione assolutamente legittima. Resta un’altra coincidenza: Petruzzelli è l’ex marito di Barbara Santeramo, direttore generale della Stp di Bari sotto procedimento disciplinare per presunte irregolarità nella gestione di forniture e personale dell’azienda di trasporto pubbico dove è stata nominata dirigente per volere di Sandrino Cataldo, marito dell’ex assessore Maurodinoia, arrestato nell’aprile 2024 per le presunte elezioni amministrative truccate di Triggiano e Grumo. Caruso presiede di diritto anche il consiglio di disciplina della Stp. Ma l’eventuale licenziamento della Santeramo (il procedimento disciplinare al momento è interrotto perché la donna, dopo aver chiesto di essere sentita con l’assistenza del legale, ha presentato un certificato di malattia) non passerà dal consiglio di disciplina ma dal collegio arbitrale previsto nel contratto dei dirigenti.