i controlli
Lavori inutili alla sede della Regione Puglia, nuova accusa per Lerario: «Danno erariale da 81mila euro»
La Procura della Corte dei conti mette nel mirino l'ex dirigente della Protezione civile e l'ex funzionario Antonio Mercurio, già arrestati per gli appalti: «Spesi 200mila euro senza giustificazioni»
BARI - Una gara d'appalto per la messa in sicurezza delle aree esterne della nuova sede del Consiglio regionale di via Gentile è al centro di un secondo procedimento per danno erariale nei confronti di Mario Lerario, ex dirigente della Protezione civile e del Provveditorato della Regione. Dopo la condanna a risarcire 500mila euro per gli appalti truccati dell'emergenza covid, il procuratore regionale della Corte dei conti, Carmela De Gennaro, ha contestato a Lerario e all'ex funzionario Antonio Mercurio un possibile danno di 81mila euro.
A Lerario e Mercurio è stato notificato dal gruppo Anticorruzione della Finanza di Bari, guidato dal colonnello Pasquale Pepe, un invito a dedurre (l'equivalente dell'avviso di conclusione indagini penale) in relazione all'appalto del 2017 da 727mila euro nel cui ambito Lerario ha disposto la realizzazione di un parcheggio per altri 200mila euro attraverso una perizia di variante di cui non c'è traccia negli atti. Dall’analisi della documentazione tecnica acquisita sono state «rilevate lavorazioni non contemplate e/o non prettamente coerenti rispetto all’oggetto della determina di affidamento dei lavori nonché importi assolutamente divergenti rispetto alla stessa».
Da qui l'ipotesi di danno erariale a fronte di «un incremento della spesa sostenuta per lavori non giustificati (alcuni dei quali peraltro non preventivamente approvati) o comunque non indispensabili», vista anche la mancanza di giustificazioni per il ricorso alle procedure di urgenza, pari all’importo totale liquidato di 199mila euro. La Procura regionale ha però ritenuto prescritto il danno derivante dal primo dei mandati di pagamento, disposto il 27 marzo 2019 per 119.350 euro. I due ex dipendenti regionali potranno, entro 45 giorni, presentare le proprie deduzioni, prima che la Corte dei conti decida se proseguire con l'azione di danno attraverso un atto di citazione.