Le dichiarazioni

Puglia, Calenda sconfessa Amati: «Noi non siamo in giunta regionale con Emiliano. Da Fabiano scelte opportunistiche». La replica: «Lavorerò per ridurre le incomprensioni»

«I nostri consiglieri continueranno a valutare nel merito i singoli provvedimenti che arrivano in consiglio regionale sostenendo tutto quello che riterremo utile per i cittadini pugliesi»

«In merito all’ingresso nella Giunta regionale della Puglia di Fabiano Amati, la posizione, già chiarita dal commissario regionale, è netta: Azione non è in giunta. Non siamo coinvolti nelle scelte personali e opportunistiche di Amati. I nostri consiglieri continueranno a valutare nel merito i singoli provvedimenti che arrivano in consiglio regionale sostenendo tutto quello che riterremo utile per i cittadini pugliesi». Così il segretario di Azione, Carlo Calenda.

«Non ho intenzione di entrare in conflitto con nessuno, meno che mai con Calenda che stimo innanzitutto per serietà e lunghezza d’idee, e lavorerò per ridurre ogni incomprensione, considerato che la nostra prospettiva a breve, ossia per le prossime elezioni Regionali, è un’alleanza di centro sinistra fortemente competitiva e organizzata senza pregiudizi nei confronti di chicchessia. Io mi sento un pezzettino di questa strategia e perciò disponibile sempre a ogni tipo di confronto». Lo dichiara l'assessore regionale pugliese, Fabiano Amati, replicando al leader di Azione, Carlo Calenda, che oggi ha disconosciuto la nomina di Amati ad assessore, annunciando che Azione «non è in giunta» in Puglia.

«I consigli regionali finivano già con una certa frequenza per mancanza del numero legale. Chissà che succederà adesso con questo clima di “sfilacciamento”»: un veterano del Consiglio regionale aveva consegnato nei giorni scorsi questa riflessione alla Gazzetta per interpretare le scaramucce in corso nel centrosinistra dopo la nomina di Amati in giunta, senza il via libera del leader Carlo Calenda e dei suoi dirigenti pugliesi. Oggi arriva la risposta di Calenda.

Ruggiero Mennea, coordinatore regionale di Azione (era in predicato di essere lui l'assessore dei liberali in giunta), aveva voluto precisare ulteriormente la decisione del suo partito, criticando chi, tra i suoi ex alleati, sostiene che abbia favorito l’ingresso di un calendiano nella giunta di centrodestra a Barletta. «Azione - spiega - non ha partecipato alle scorse elezioni comunali. La lista civica “Amico”, già facente parte della coalizione a supporto del sindaco Cannito, ha eletto un consigliere comunale e fin dal primo momento ha avuto una propria rappresentante nella Giunta comunale. La recente nomina, quindi, è nel solco del percorso che la lista civica ha intrapreso fin dal principio, pur essendo alcuni suoi esponenti divenuti ora simpatizzanti di Azione. Chi sta strumentalizzando in maniera scomposta tale vicenda è in mala fede e manipola la verità dei fatti al solo scopo fare del cabaret politico propagandistico». E aggiunge che proprio il neo assessore Amati ha portato il simbolo di Azione a Brindisi nella coalizione conservatrice che ha vinto con Pino Marchionna, mentre i dem nel Consiglio provinciale della Bat, hanno più di una sintonia con i berlusconiani. Il nodo più doloroso è però il possibile veto che dalla Bat sarebbe venuto alla sua nomina, dove la sua promozione sarebbe stata vista come uno «smacco» all’ex capogruppo del Pd Filippo Caracciolo. «Ho poche certezze, ma una di queste è che i cittadini non sono stupidi. Sono certo che la coerenza, la rettitudine e la lealtà saranno alla fine premiati», chiosa Mennea.

Sul «rimpastino-bis» di Emiliano era intervenuto anche il gruppo regionale di Fratelli d’Italia, ironizzando sulla mancata scelta di Amati per la Sanità: «Si è, forse, occupato di Sanità più di quanto abbiano fatto gli assessori al ramo. Diamo a Cesare quel che di Cesare: se la Puglia è fra le prime regioni italiane per gli screening sui neonati lo si deve al suo attivismo. È indubbio che la sua 'ossessione' per la materia lo avrebbe, a nostro parere, reso un buon assessore alla Sanità. Per questo ci siamo chiesti: perché il presidente Emiliano non ha lasciato Raffaele Piemontese al Bilancio e vista la casella libera alla Sanità non l'ha fatta occupare da Amati?». I meloniani quindi sfidano Amati per »un Bilancio 2025 con tante risorse stanziate peer la Salute». Altro che garanzia per i numeri in aula, «il rimpastino», secondo Forza Italia, sta «scatenando l'ira di diversi colleghi del centrosinistra, specie tra i brindisini». E ora auspica che Azione prenda posizione e si sposti all’opposizione. «Troppe ombre», concludono gli azzurri.

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