Il caso
Certificazione vaccino anti-papilloma per gli studenti pugliesi, Garante apre istruttoria
Ricorda che il Regolamento europeo sancisce un generale divieto di trattamento dei dati sulla salute, a meno che non ricorrano specifiche esenzioni
Il Garante per la protezione dei dati personali ha inviato una richiesta di informazioni alla Regione Puglia sul progetto di legge che introduce l’obbligo per gli studenti di scuole medie, superiori ed università, di presentare una certificazione di avvenuta o mancata vaccinazione al Papilloma virus (HPV) per potersi iscrivere ai relativi corsi di istruzione. Nella richiesta di informazioni il Garante ricorda che il Regolamento europeo sancisce un generale divieto di trattamento dei dati sulla salute, a meno che non ricorrano specifiche esenzioni. L'Autorità precisa inoltre che, sulla base della normativa di settore, la certificazione che attesta l’avvenuta vaccinazione può essere richiesta dal personale scolastico esclusivamente nei casi di vaccinazioni obbligatorie. Tenuto conto della particolare delicatezza dell’iniziativa, che vede coinvolti anche gli studenti minorenni, il Garante ha dunque invitato la Regione a far pervenire, entro 30 giorni, ogni elemento di informazione utile alla valutazione del caso.
LA RISPOSTA DI AMATI
«La legge regionale pugliese non prevede l’obbligo di presentare la certificazione di vaccinazione, ma di accettare un colloquio informativo sulla vaccinazione oppure di rifiutarlo. Si tratta dell’istituto del dissenso informato, come faccia complementare del consenso informato, esercitato nella collaborazione tra istituzioni pubbliche e scuola, posto in relazione all’art. 32 della Costituzione, che impone il dovere di tutela della salute». Cosi il commissario e consigliere regionale di Azione Fabiano Amati, ideatore della legge che introduce l’obbligo per gli studenti di scuole medie, superiori ed università, di presentare una certificazione di avvenuta o mancata vaccinazione al Papilloma virus per potersi iscrivere ai relativi corsi di istruzione, replica alle osservazioni del Garante per la protezione dei dati personali che oggi ha inviato una richiesta di informazioni alla Regione Puglia.
«Ovviamente - prosegue Amati - anche la dichiarazione di rifiuto al colloquio è assoggettato alla normativa sulla tutela dei dati e in particolare quelli sanitari. Quindi, nessuno può impedire l’iscrizione a scuola, poiché sono offerte tutte le alternative di libertà di scelta e il ruolo della scuola - all’atto dell’iscrizione - è solo una modalità ragionevole di diffondere le informazioni più adeguate alla prova scientifica».
«Questo meccanismo - aggiunge - è altresì giustificato dal fatto che la vaccinazione anti-HPV è fortemente raccomandata, nonché inserita nei Lea, e perciò è imposto il dovere, a tutte le istituzioni, comprese le scuole, di far conoscere la sua utilità. Se invece la vaccinazione fosse stata obbligatoria, ovviamente, avremmo previsto l’obbligo di vaccinazione, subordinato all’iscrizione; non essendo, quindi obbligatorio, si è prevista la formula del dissenso informato. Quindi nessun obbligo di vaccinazione, ma solo il dovere d’informarsi, quale presupposto per dissentire». Amati annuncia inoltre che chiederà un colloquio al Garante.