Il punto
Fondi di coesione, Basilicata al traguardo. E la Puglia? «Il piano è a buon punto»
Incontro tra il ministro Fitto e l’assessore lucano Latronico. Ancora fermi i soldi con le regioni meridionali guidate dal centrosinistra
BARI - L’utilizzo dei fondi di coesione è subordinato alla stipula di accordi con il ministero per il Sud. Il decreto con cui Raffaele Fitto ha messo sotto tutela le Regioni, indirizzando le risorse quasi solamente sulle infrastrutture, ha depotenziato i governatori. E la Puglia, che dal Fsc 2021-2027 attende 4,6 miliardi, è tra quelle in ritardo nel percorso verso la firma dell’accordo di coesione.
Ieri il ministro Fitto ha postato su X (l’ex Twitter) una foto con l’assessore all’Ambiente della Basilicata, Cosimo Latronico, annunciando che l’accordo lucano (vale 945 milioni) sarà firmato «a breve». Si tratta di una Regione «amica» del governo, che non figura (a differenza di Puglia e Campania) tra quelle che hanno criticato Fitto per «il colpo di mano» sui fondi. E comunque, va detto, fino ad oggi gli accordi di coesione sono stati firmati solo con sette Regioni (otto con la Valle d’Aosta), tutte del Centro-Nord, di cui una sola (l’Emilia Romagna) guidata dal centrosinistra. Va detto pure che il grosso dei fondi Fsc è destinato al Sud, quindi gli accordi con il Nord (quello con l’Emilia vale meno di 600 milioni) sono poco più di una formalità. Alla firma partecipa sempre il premier Giorgia Meloni, a conferma del valore politico di queste intese: anche Renzi, ai tempi, ha fatto qualcosa di simile...
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