il caso
Rifiuti in Puglia, la mappa dei salassi: la Tari salirà anche del 50%
Ecco le nuove tariffe degli impianti: colpa dei ritardi della Regione. La giunta Emiliano ha affidato ad Aseco il compito di completare gli impianti ma l’operazione è stata impugnata dall’Antitrust
BARI - L’unità di misura di quanto sta per accadere è nei numeri che l’Ager, l’agenzia regionale per i rifiuti, ha pubblicato la scorsa settimana. Sono le tariffe per l’utilizzo di cinque dei sei impianti pubblici di trattamento che verranno applicati a partire da oggi e - retroattivamente - per i due o tre anni passati. Parliamo dei costi che i Comuni dovranno affrontare per lo smaltimento, e che verranno ribaltati sui cittadini andando a incidere sulla Tari del 2024.
L’esempio lampante e più chiaro riguarda Conversano, l’impianto pubblico che tratta la gran parte dei rifiuti del Barese (l’umido viene biostabilizzato, il secco diventa combustibile, i materiali vengono avviati a recupero). Il costo è passato da 140 a 240 euro a tonnellata, perché i contratti con i gestori prevedono l’adeguamento dei prezzi secondo gli indici Istat e (nel 2021) i prezzi industriali sono cresciuti del 41%.
Stesso discorso per il biostabilizzatore di Ugento (tariffa salita da 42 a 68 euro a tonnellata), per l’impianto di produzione Css (combustibile secondario) di Manfredonia (da 161 a 209 euro a tonnellata) e di Cavallino (salito a 252 euro a tonnellata). L’ultima tariffa, quella per l’impianto complesso di Massafra, verrà resa nota oggi.
Parliamo dunque di aumenti di costi che in alcuni casi toccano il 50%, sui quali la Regione ha provato a fare muro per evitare che il problema venisse a galla. Ma, come la «Gazzetta» ha raccontato, a dicembre il Consiglio di Stato ha cancellato definitivamente la delibera sui cosiddetti «minimi», cioè gli impianti ritenuti essenziali per la chiusura del ciclo cui veniva applicata una tariffa «pubblica» ben più bassa di quella di mercato. Tariffa che in realtà non era mai stata nemmeno determinata, ma che - nelle intenzioni della Regione - avrebbe dovuto contenere i costi sterilizzando l’adeguamento Istat previsto dai contratti. Non è un retropensiero, ma è quanto la stessa Ager spiega nella nota inviata ai sindaci pugliesi per informarli dell’imminente salasso...