archeologia
La Puglia ritrova un tesoro, rientrano reperti per un valore di 3,5 milioni di dollari
In azione i carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Un cratere del 335 a.C. tra i 42 reperti restituiti all'Italia dall'America
Quarantadue reperti archeologici strappati all’Italia, per un valore stimato di 3,5 milioni di dollari, sono stati riconsegnati al nostro Paese. Tra le decine e decine di manufatti pregiati, monili d’oro del 600 a.C. e sculture mostrati al pubblico nell’ambito di una conferenza che si è svolta martedì scorso, a New York, negli uffici del procuratore di Manhattan, Alvin L. Bragg, c’è un pezzo di cui stanno parlando tutti i Media statunitensi perché spicca per bellezza e inestimabile valore, un rarissimo cratere a calice pugliese del Pittore degli Inferi. Si tratta di un ceramografo famosissimo, formatosi alla scuola del Pittore di Dario e chiamato così perché disegnava spesso figure dell’al di là. Sue opere sono in mostra nei maggiori musei del mondo. Sul sito ufficiale del procuratore Bragg si spiega che il cratere «è alto più di due piedi (60 centimetri; ndr), è stato creato in Puglia intorno al 335 a.C. e presenta scene dipinte del mito di Dirce», ovvero della vendetta dei Dioscuri tebani che uccisero la perfida matrigna attaccandola a un toro furioso.
L’opera - stando alla Giustizia Usa - «è stato saccheggiata da una tomba nell’Italia meridionale e appare in frammenti e non restaurata in una fotografia Polaroid dall’“archivio” del famigerato trafficante di antichità italiano, Giacomo Medici, che lo ha contrabbandato fuori dall’Italia. Da Medici, il vaso passò al commerciante britannico caduto in disgrazia Robin Symes, che lo riciclò attraverso la casa d’aste Sotheby di Londra. È stato sequestrato da una collezione privata di New York nel luglio 2023».
Questo e gli altri tesori sono stati riconsegnati all’Italia grazie alle indagini del Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (alla riconsegna era presente anche il generale Vincenzo Molinese) in collaborazione con l’ufficio del procuratore di Manhattan.
C’è solo da sperare che ora questa meraviglia ritrovata torni lì dove è stata creata, nell’antica città di Taras, l’odierna Taranto.