La riflessione

Criminalità nella Bat, il silenzio del Viminale. Parla il Procuratore di Trani Nitti

Gianpaolo Balsamo

Nessuna risposta del Ministro alle richieste dei sindaci. Criminalità agguerrita, forze dell’ordine insufficienti

Allarme criminalità e carenza degli organici delle forze dell’ordine nella Provincia di Barletta-Andria-Trani: i due temi, strettamente collegati tra loro, sembrano non interessare il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. Infatti, nonostante i ripetuti appelli del procuratore capo di Trani, Renato Nitti e nonostante un documento congiunto e condiviso da parte di tutti i sindaci della BAT, il capo del Viminale ha preferito rispondere con il silenzio.

Nei giorni scorsi, è bene ricordare, l’esigenza di potenziamento di risorse umane per il controllo del territorio (nonostante l’intenso lavoro ed i successi riportati ogni giorno dall’azione delle forze dell’ordine su impulso delle Procure competenti) si è tramutata in un documento ufficiale dei rappresentanti istituzionali dei Comuni della BAT. I sindaci, indipendentemente dal colore politico, denunciando il grave sottodimensionamento degli organici delle Forze dell’ordine nel raffronto con le altre province pugliesi, nel documento congiunto hanno chiesto al numero uno del Viminale una chiara linea di indirizzo volta a migliorare la qualità della vita nell’intera Provincia.

«Una battaglia di civiltà - la definiscono i primi cittadini - che interessa tutti, nessuno escluso: dalle Istituzioni alle associazioni, al mondo imprenditoriale, alla Chiesa, ad ogni singolo individuo».

I sindaci riportano all’attenzione del ministro le recenti analisi dei fenomeni criminali redatte dal procuratore della Repubblica di Trani, Renato Nitti, un quadro definito dal procuratore stesso «particolarmente grave» e, come evidenziato dal capo della Procura tranese, con servizi di polizia giudiziaria dei reparti territoriali ed investigativi del tutto inadeguati e con un numero ridottissimo di squadre investigative.

«I sindaci - conferma il procuratore Renato Nitti - hanno rappresentato la situazione di grave insufficienza degli organici delle Forze dell’ordine rispetto non soltanto alla realtà criminale ma anche semplicemente alla situazione della popolazione e al numero degli abitanti. Gli organici sono sottodimensionati rispetto ad altre province che hanno lo stesso numero di abitanti e realtà sociali, economiche e criminali differenti»

Richieste ben precise che sono rimaste senza risposta. Tutto questo nonostante l’indice di criminalità nella BAT continui ad essere preoccupante. Me lo conferma dott. Nitti?

«Già dalla lettura del cosiddetto “Indice di criminalità 2020”, la BAT risultava in assoluto la prima tra 107 province italiane per furti di auto. Triste primato che è stato confermato anche dalla lettura dell’indice di criminalità 2021-2022: ogni 100mila abitanti nella BAT è stato denunciato circa il doppio dei furti di auto rispetto a Roma, oltre cinque volte il numero di furti di auto rispetto a Catanzaro, oltre dieci volte i furti di auto che lo stesso numero di abitanti denuncia a Caltanissetta o a Vibo Valentia. Anche nel 2022 viene confermato il dato relativo al primato in relazione ai furti di autovetture. Non solo.

Nel 2021 purtroppo la BAT si è attestata al primo posto anche di quella inaccettabile graduatoria delle rapine in abitazione che vede la sesta Provincia surclassare tutte le altre province delle regioni a tradizionale presenza mafiosa. Un ulteriore parametro da considerare è l’indice di organizzazione criminale (Ioc) e la puntuale analisi del Ministero dell’Interno: nel 2020 a fronte di una media nazionale di 29.1 di Ioc, il dato relativo alla provincia di BAT è di 40.9: un dato che la collocherebbe sullo stesso piano della provincia di Bari che, tuttavia, non soffre la stessa azione predatoria del circondario di Trani, non soffre l’azione delle mafie della BAT e di quelle del Foggiano, mentre la BAT risente della azione delle mafie del Barese e del Foggiano».

Di recente è stato pubblicato un libro “L’infame legge” scritto da Stefano De Carolis con prefazione di Giuseppe Volpe, già capo della Procura Antimafia di Bari e Foggia, nel quale si ricorda che il primo maxi processo di mafia in Italia fu celebrato contro 116 imputati nel 1890 davanti la Corte d’Assise di Trani.

«Finalmente è stata effettuata una prima mappatura della criminalità ordinaria e del fenomeno criminale di tipo mafioso nella BAT: una situazione criminale che è condivisa totalmente dalla Procura generale, dal presidente della Corte d’appello, è riportata negli studi della Banca d’Italia, di Eurispes oltre che nella relazione della Dia. In questo territorio ci sono clan autoctoni riconosciuti che hanno una storia e una rilevanza criminale a livello pugliese. Ma, ahimè, non avendo sul territorio i reparti deputati per questo tipo di indagini, siamo costretti a prendere in prestito gli investigatori da Bari. La nostra Polizia giudiziaria sta facendo miracoli per fronteggiare le emergenze. Il numero delle squadre investigative nei reparti istituiti (polizia, carabinieri e guardia di finanza, ndr) non consente di fare un numero di indagini necessarie per questo territorio e ci sono tipologie di indagini che devono mettersi in coda. Nel senso che abbiamo notizie di reato plurime e, nonostante l’obbligatorietà dell’azione penale, non abbiamo squadre investigative per svilupparle»

Guardando i numeri degli organici della Forze dell’ordine, c’è un netto divario tra la provincia Bat e altre province pugliesi

«Premetto che il problema della carenza di forze dell’ordine è stato preso in carica dal prefetto della BAT, Rossana Riflesso, sensibile ai nostri appelli e, più in generale, alla sicurezza dell’intero territorio. Ma, non è il trasferimento di poche unità a risolvere il grave sottodimensionamento degli organici. Il confronto con la provincia per abitanti più vicina (Brindisi) lascia sbigottiti. La squadra mobile, per esempio, nella Bat non arriva a 20 persone: a Brindisi gli effettivi in servizio sono il doppio. Stesso discorso anche per Carabinieri, Guardia di Finanza: i militari effettivi in servizio nella provincia di Brindisi sono più del 50% di quelli in servizio nella provincia BAT. I numeri in campo sono radicalmente insufficienti per poter fronteggiare non la grave situazione criminale ma neppure una ordinaria situazione di qualsiasi altra provincia che registri fenomeni criminali meno gravi».

Quelle del capo della Procura di Trani sono considerazioni gravi di cui le autorità centrali dello Stato dovrebbero tener conto e anche in fretta, prima che sia troppo tardi. Prima che la BAT, nonostante l’impegno quotidiano di organi inquirenti e forze dell’ordine in campo, diventi «terra di nessuno».

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