Il caso

Fondi sanità in Puglia, botta e risposta tra Azione e M5s

L'accusa: sventato tentativo M5S dare soldi a privati sanità. La replica di Galante: Azione gioca su pelle degli ammalati

BARI -  «Succedono di tutti i colori. Abbiamo sventato un colpo grosso dei colleghi Cinquestelle per dare ai privati parte dei 30 milioni impegnati dal Consiglio e dalla giunta per ridurre le liste d’attese. E la cosa più incredibile è che Palese ha dato parere favorevole a una norma che autorizzerebbe una legge sullo sforamento dei tetti e la sua stessa delibera sull'utilizzo dei 30 milioni e sulla riduzione delle spese Asl». Lo dichiarano il consigliere e commissario regionale di Azione, Fabiano Amati, e il capogruppo Ruggiero Mennea.

«Insomma, per i Cinquestelle il problema non è curare le persone risolvendo problemi organizzativi delle Asl - dicono - così come vorrebbe fare la nostra pdl che vogliono sabotare, ovviamente, ma aumentare il ricorso al privato senza però preventivamente esaminare i piani presentati dalle Asl. I privati sono importanti nel nostro sistema assistenziale, ma come supporto e non con tendenza alla supplenza per mancanza di coraggio nell’affrontare i nodi problematici. Per fortuna abbiamo fatto saltare il numero legale e speriamo in un ravvedimento operoso dell’assessore Palese, magari imbeccato dalla struttura tecnica del suo assessorato: altrimenti, al prossimo Consiglio regionale presenteremo diverse decine di emendamenti, perché di fronte al tentativo, ulteriore, di distruggere la sanità pubblica e lasciare comunque in fila le persone, è ammessa ogni forma di ostruzionismo e di lotta». 

LA REPLICA

«Giocare sulla salute dei pugliesi è un esercizio che lasciamo al gruppo di Azione. La sola cosa che hanno 'sventato' oggi è un progetto pilota con cui avremmo potuto davvero iniziare un percorso importante per l'abbattimento delle liste d’attesa. Si danneggiano i cittadini per una sterile polemica politica. Non c'è che dire un gran bel risultato». Lo dichiara il capogruppo del M5S Marco Galante replicando al gruppo di Azione.

«La sanità pubblica - continua Galante - può lavorare solo con l’aiuto della sanità privata accreditata, e questo non lo diciamo noi, ma è l’intendimento della norma nazionale, ovvero del decreto legislativo numero 502 del 1992 su cui si fonda il rapporto tra la sanità pubblica e quella privata accreditata. Il progetto pilota che abbiamo proposto non aumenta i tetti di spesa e non fa nessun regalo ai privati accreditati, ma attua quanto già previsto dal piano per le liste d’attesa del 2023, aumentando le prestazioni per cui si registrano le maggiori criticità, avvalendosi delle strutture più virtuose secondo i monitoraggi effettuati dalle singole Asl. In una prima fase è previsto che la sperimentazione si attui per le prestazioni, contraddistinte dal codice di esenzione 048, ovvero per patologia oncologica, di particolare complessità e che si effettuano con mezzi di contrasto. Azione quindi ha preferito far venir meno il numero legale, pur di non far approvare un emendamento che avrebbe consentito ai malati oncologici di poter avere un canale di preferenza».

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