il caso

Il Tar Puglia «salva» 33 ulivi

Isabella Maselli

Sono alberi secolari e infettati da Xylella

BARI - Il Tar Puglia «salva» dall’abbattimento altri 33 ulivi monumentali infettati dalla Xylella. Dopo le tre sentenze che una settimana fa avevano annullato i provvedimenti di eradicazione disposti dalla Regione Puglia su 5 alberi, altre tre sentenze gemelle hanno evitato la distruzione di 33 nuove piante, tutte nella «Piana degli Ulivi Secolari», in Valle d’Itria, nel territorio di Ostuni.

Alberi che sorgono su percorsi turistici, tra muretti a secco, trulli e collinette di pregio paesaggistico e che, proprio per questo, meritano una tutela speciale. Secondo i giudici la ricerca scientifica è legittima e può costituire una misura alternativa all’espianto delle piante infette. «L’eradicazione urgente di un albero di ulivo monumentale è illegittima - dice il Tar - qualora l’obiettivo di contrastare la diffusione della Xylella fastidiosa possa perseguirsi attraverso misure fitosanitarie meno drastiche».
Il Tar pugliese spiega infatti che la circostanza per cui «non sono attualmente disponibili misure di controllo per eliminare l’organismo nocivo specificato da una pianta malata in condizioni di campo aperto», non autorizza «a ritenere del tutto preclusa l’evoluzione delle conoscenze in materia agronomica, come sembra essere testimoniato proprio dall’applicazione dei protocolli di cura impiegati dai ricorrenti». Il Tribunale evidenzia, infatti, che gli alberi di cui l’Istituto Fitosanitario chiedeva l’abbattimento sono «in ottima salute, normalmente fruttificati» (tanto da ricavarne ogni anno olio biologico) e «senza segni di disseccamento né ingiallimento», che sono i tipici sintomi della Xylella.

I proprietari degli ulivi infetti chiedevano di «non procedere all’estirpazione e adottare misure fitosanitarie alternative consistenti nella capitozzatura delle branche principali, nell’innesto di coltivar resistenti e nell’applicazione delle misure di controllo del vettore». Al «no» della Regione i giudici replicano che «è errato ed illegittimo precludere attività di indagine e ricerca scientifica, in uno all’applicazione di protocolli di cura i quali, benché non validati da Autorità europea per la sicurezza alimentare, siano frutto di studio da parte di un collegio di esperti che ha messo in atto un approccio multidisciplinare per il contrasto della Xylella fastidiosa».

Del resto il Tar ricorda che «mentre per gli olivi risultati contaminati da Xylella fastidiosa la misura dell’eradicazione costituisce strumento elettivo di contrasto alla diffusione dell’organismo nocivo specificato, a diverse conclusioni deve pervenirsi qualora ci si trovi al cospetto di un olivo monumentale o con caratteristiche di monumentalità, come in questo caso, trattandosi appunto di pianta che gode di tutela rafforzata per il fatto di essere collocata in un sito cui si riconosce natura fortemente identitaria di un dato paesaggio, come nel caso della Piana degli olivi secolari».

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