L'intervista

Sisto: «Separazione delle carriere? È priorità del governo, nessuno può fare ingerenze sull’iter parlamentare»

michele de feudis

Il viceministro domani sarà a Taranto per gli Stati generali di FI con il vicepremier Antonio Tajani e la classe dirigente azzurra

Viceministro Francesco Paolo Sisto, domani sarà a Taranto per gli Stati generali di FI con il vicepremier Antonio Tajani e la classe dirigente azzurra. Al Senato il presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è soffermata sulla vocazione riformista dell’esecutivo di centrodestra. In agenda c’è il premierato, ma calendario alla mano prima viene la separazione delle carriere. A che punto è l’iter parlamentare?

«La separazione delle carriere è la riforma delle riforme, soprattutto per noi di Forza Italia. Il primo, dei quattro, passaggi, è stato favorevole: alla Camera hanno votato a favore persino alcune opposizioni, sicché il provvedimento non è più di matrice governativa ma appartiene ormai alle maggioranze parlamentari. È in pieno svolgimento la seconda fase, dinanzi alla prima commissione Affari costituzionali del Senato sono in votazione gli emendamenti presentati dalle opposizioni in vista dell’aula».

Ostruzionismo parlamentare?

«Una volta fissato l’arrivo del provvedimento in aula, anche ove le votazioni non fossero concluse, il Senato potrà votarlo. Non può l’opposizione impedire che una riforma giunga in aula per la sua approvazione, a scapito della maggioranza determinata dal consenso popolare. Confido che tanto possa avvenire quanto prima».

I tempi finali?

«Il referendum confirmativo, che potrà essere indetto nei primi mesi del 2026, affiderà al popolo sovrano la decisione se questa importante riforma entrerà o meno nella Carta costituzionale».

Il tema Giustizia dalla rivoluzione di Tangentopoli, con anche regie straniere, alla stagione di Berlusconi, e a quella attuale, resta un argomento che lacera il campo dei partiti. Lo schema “centrodestra versus magistrati” sembra ripetersi.

«Nessuna lotta contro la magistratura da parte della politica. Questa è una falsa rappresentazione della realtà. La riforma costituzionale non è "contro”, è scritta a tutela dei cittadini per chiedere loro se chi li deve giudicare deve essere o meno diverso da chi li accusa. Se qualcuno intende trasformare questo quesito di pura logica in una bagarre, per non fare comprendere la rilevanza della riforma per i diritti di ciascuno, ci troverà pronti a scendere in campo. Con assoluta chiarezza: il Parlamento scrive le leggi, la magistratura le applica, nessuno disturbi la magistratura, nessuno disturbi i percorsi parlamentari e la democrazia rappresentativa».

Fi ha incontrato l’Anm.

«In quella sede abbiamo chiarito questa posizione proprio per evitare insidiosi equivoci e possibili disinterpretazioni del ruolo del Governo e del Parlamento. Tutti abbiamo interesse ad una magistratura autonoma, indipendente, con un giudice che sia davvero terzo ed imparziale, proprio nel rispetto dei principi costituzionali».

Il centrodestra propone queste riforme perché nel programma votato dagli elettori. Cosa non torna in questo confronto con l’Anm?

«La riforma della separazione delle carriere è stata discussa in commissione affari costituzionali alla Camera per oltre due anni. In questo periodo vi sono state decine e decine di audizioni di esperti, di magistrati e della stessa Anm , con ore ed ore di discussione. Il Governo ha poi tirato le somme e ha, sulla scorta di quanto emerso in Commissione, proposto un suo disegno di legge costituzionale. Una volta che si è innestato il percorso parlamentare di formazione della legge, nessuno può ingerire su tali meccanismi. Ciascuno sarà libero di votare nel referendum confirmativo come riterrà. Anche questo è stato chiarito nell’incontro con l’Anm, come lealmente ha riferito anche il presidente Parodi».

La Corte costituzionale ha confermato la correttezza dell’abrogazione dell’abuso d’ufficio…

«È la conferma soprattutto che questo è un governo che agisce con competenza ed equilibrio nonostante i detrattori a prescindere. Le motivazioni del comunicato stampa della Corte sono esattamente quelle che abbiamo sempre rappresentato per respingere ogni ipotesi critica dell’abrogazione dell’abuso di ufficio, reato inutile, se non dannoso, sia per coloro che erano ingiustamente indagati sia per i cittadini che vedevano paralizzata l’azione della pubblica amministrazione per la paura della firma».

Passando al quadro politico: Fi promuove anche in Puglia gli Stati generali. Con che obiettivo?

«Faremo il punto fra territori, governo e cittadini, non è una semplice ricognizione; si tratta di un confronto aperto che rafforza la nostra presenza nelle varie regioni e che, grazie all’opera incessante di Francesco Cannizzaro, prova a unire fra loro i protagonisti di un Sud che non può più essere legato agli schemi della tradizionale questione meridionale. In questa operazione di atipico riscatto, Fi è in prima fila, grazie alle capacità di Antonio Tajani di inoculare linfa sempre più vitale alle nostre schiere».

Il centrosinistra regionale si sta caratterizzando ancora per scandali, da Codice Interno al caso Fiorella-Caracciolo-Adp. Al di là delle verifiche giudiziarie, c’è un tema di etica pubblica tra i progressisti pugliesi?

«Noi di Fi siamo garantisti con tutti, indipendentemente dalle appartenenze. Questo dna inscalfibile non impedisce però di prendere atto che le inchieste giudiziarie in corso nei confronti della sinistra che governa Bari e la Puglia da oltre vent’anni danno l’impressione di una spregiudicatezza nella gestione della cosa pubblica e di un senso di impunità che obiettivamente spaventano e creano forti turbamenti nei rapporti fra politica e consenso».

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