Politica

È bagarre nel Pd Bat: «Decida Decaro». La minoranza lancia una petizione su Change.org

Michele De Feudis

Guerra senza quartieri nel Pd della Bat dopo lo scandalo che ha riguardato la moglie del consigliere regionale Filippo Caracciolo e la presa di posizione del Pd nazionale per richiamare tutti ad un comportamento in linea con l’etica del partito

Guerra senza quartieri nel Pd della Bat dopo lo scandalo che ha riguardato la moglie del consigliere regionale Filippo Caracciolo e la presa di posizione del Pd nazionale con Igor Taruffi e del segretario regionale Domenico De Santis per richiamare tutti ad un comportamento in linea con l’etica del partito: all’annuncio dell’esclusione del politico barlettano dalle prossime liste dem, ben nome segretari di circolo su dieci hanno risposto rivendicando la legittimità del loro operato (contestato dal Nazareno) e hanno blindato il segreterio provinciale - vicino al consigliere regionale barlettano - Lorenzo Marchio Rossi (già al centro di polemiche per una intercettazione della Gdf su un bando della Provincia).

La nota dei dirigenti locali è durissima: «Tutto ci sembra artatamente costruito per tentare di eliminare dalla scena politica locale iscritti e dirigenti di partito che hanno conseguito solo risultati lusinghieri per il Pd. Basti vedere gli esiti delle elezioni amministrative e provinciali. Lo sciacallo tentativo di ergersi a protagonisti dell'etica, dei valori e dei principi non ha nessun fondamento». Una fonte della maggioranza del partito aggiunge che «chiedere di ribaltare l’esito dei congressi o invocare commissariamenti per le vicende della moglie di Caracciolo è una forzatura inaccettabile». E specifica che la linea scelta è quella di non alimentare nuove polemiche.

Di contro la minoranza interna, con l’area che si riconosce nelle posizioni di Gianni Cuperlo, ha promosso una petizione su change.org per chiedere un cambio di passo etico al partito, chiamando in causa Michele Emiliano e Antonio Decaro, affinché battano un colpo. Spiega una delle promotrici, Shady Alizadeh, dirigente regionale e responsabile del settore diritti: «Caracciolo si deve dimettere dal Pd. E ci vuole un momento di riflessione e apertura e rigenerazione». Evidentemente l’esclusione della prossime liste del partito non basta: «Non è una questione giudiziaria ma politica: anche il segretario provinciale Marchio Rossi dovrebbe riflettere a fondo sulla situazione che viviamo: è necessario rafforzare i meccanismi interni di selezione e trasparenza, per vigilare su etica e comportamenti. Dobbiamo avere a cuore il benessere di una comunità». La Alizadeh si è anche recentemente dimessa dalla segreteria provinciale contestando la mancanza di collegialità: «Il partito non deve rappresentare uno strumento per fini personalistici, non bisogna farsi “accecare” dai personalismi», conclude. Sulla stessa linea l’ex consigliere regionale Sabino Zinni, che ha sottoscritto la petizione: «C’è rispetto per le procedure giudiziarie, ma noi ci occupiamo delle ricadute politiche di un metodo che non ci piace e che vogliamo debellare. Con questa modalità eclatante e sprezzante delle regole, si contraddice lo spirito della comunità del Pd. Bisogna stare nelle regole. Non le si sbeffeggia con una concezione padronale». E attacca anche «il trasversalismo deteriore emerso anche nelle ultime politiche, senza che nessuno abbia preso posizione o provvedimenti».

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