Politica

Terzo mandato, rilancio Lega: fumata grigia per le comunali

Michele De Feudis

Il vertice romano della coalizione per Bari e Lecce riaggiornato a martedì

ROMA - Se Atene piange, Sparta non ride. Il centrodestra non ha trovato la quadra sul terzo mandato per sindaci e governatori e la prossima settimana in Commissione il voto potrebbe riservare inedite convergenze. Se però passasse la proposta per il tris, presentata dalla Lega, gli effetti a cascata arriverebbero nei territori. E a Bari, per esempio, si azzererebbe il dibattito infuocato nel campo progressista (e di conseguenza anche le candidature di Vito Leccese e Michele Laforgia) con il sindaco Antonio Decaro da sempre pronto a correre la terza volta per riconfermarsi a Palazzo di città. Fantapolitica? Si vedrà nelle prossime ore ma segnali nella maggioranza evidenziano opinioni contrastanti.

«Pensiamo che la votazione arriverà la settimana prossima, non ritiriamo l’emendamento perché manteniamo la nostra posizione, senza creare problemi al governo, ma se ci sono dei bravi governatori pensiamo non sia giusto non dare loro la possibilità di potersi ripresentare»: il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, ospite a Tg4 indica il timing dei lavori nella commissione Affari costituzionali e tiene il punto nonostante il terzo mandato non sia un tema del programma di governo. Sulla stessa linea il governatore veneto Luca Zaia: «Vedremo cosa accadrà, io penso che la politica, nel momento in cui fa quello che il popolo non vuole si scolla dal popolo, e il popolo se ne ricorda. Se la motivazione è il timore che si creino centri di potere, non capisco perché in Italia ci siano solo due cariche a rischio per i centri di potere: i sindaci e i presidenti di Regione, che hanno il blocco dei mandati. Tutte le altre cariche possono star lì a vita. O i centri di potere sono un problema per tutti, o non lo sono». Poi il suo monito: «Vorrà dire che chi vota contro non condivide la visione dei cittadini».

Nella dialettica del fronte conservatore si è infilato Francesco Boccia, capogruppo dem al Senato (nonostante il suo partito non abbia ancora indicato la linea per i commissari che dovranno votare): «Da quello che sta succedendo in commissione Affari costituzionali e dalle dichiarazioni di autorevoli senatori della maggioranza si comprende una cosa molto chiara: sulla questione del terzo mandato la destra è divisa. Sulla questione il Pd discuterà all’interno di un dibattito serio e trasparente che deve riguardare gli interessi del Paese, a partire dalla riforma del Testo unico degli enti locali». I sindaci dem sono per il «sì» al tris, la Schlein ha un altro orientamento.

Centrodestra diviso? Non la pensa così Maurizio Gasparri, capogruppo azzurro di Fi: «Credo che ci sia una forzatura delle interpretazioni delle riunioni che si sono svolte oggi (ieri, ndr) tra gli esponenti del centrodestra». L’ex ministro poi chiarisce che ci sono stati due incontri: il primo alla Camera con i responsabili degli Enti locali «per un aggiornamento sulle candidature riguardanti diversi comuni», mentre non si è parlato di tris per sindaci e governatori. Qui Gasparri manda un messaggio chiaro: «Ne avevamo discusso in passato e si erano stabilite le decisioni che poi sono state espresse nel provvedimento varato dal governo». Insomma l’intesa c’era per elevare il numero di mandati a tre per le città con 15mila abitanti. Una seconda riunione c’è stata nella commissione Affari costituzionali del Senato: lì è emerso che la Lega farà votare i due emendamenti per modificare gli attuali limiti. Votare per dividere la maggioranza sul tema avrebbe un innegabile corollario politico. Il tavolo nazionale del centrodestra, allo stato, è riaggiornato per la prossima settimana (a martedì).

Intanto a Bari il centrodestra con il deputato leghista Davide Bellomo evidenzia come nella cittadinanza crescano le istanze di rinnovamento dopo un ventennio progressista: «La nostra città - spiega alla Gazzetta - nel decennio sotto la guida del Presidente dell’Anci, ha perso l’opportunità di evolversi in una metropoli europea dove modernità e tradizione avrebbero dovuto armonizzarsi per posizionarla come fulcro di attrazione nel Sud Europa». La coalizione intanto ha in rampa di lancio il ticket Romito-Melchiorre: «La proposta avanzata dal centrodestra per Bari mira a instaurare una visione innovativa, superando la mera gestione dell’ordinario per trasformare la città in un polo attrattivo di investimenti, sfruttando anche le opportunità offerte dai fondi europei. Il profilo su cui è indirizzata la nostra alleanza suggerisce una chiara volontà di discontinuità rispetto al passato. I nomi menzionati incarnano questa visione di rinnovamento e cambiamento». Poi una battuta su Vito Leccese, pronto a ritirarsi se ci fosse il via libera al terzo mandato, lasciando il campo a Decaro (ieri visto nel murattiano con l’ex ministro renziano Luca Lotti): «È importante riconoscere l’umiltà nella sua posizione. Tuttavia, questa esprime anche una tacita ammissione della sua potenziale inadeguatezza a succedere al suo predecessore, sottolineando la necessità di una nuova leadership per la città», conclude Bellomo.

A Lecce il centrodestra continua a sfogliare la margherita tra Adriana Poli Bortone, Ugo Lisi e Paolo Pagliaro.

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