Le dichiarazioni

«I cattolici democratici si ritrovano nella Schlein», parla Loredana Capone

Michele De Feudis

La vicepresidente Dem: nei suoi discorsi Prodi e Papa Francesco

Sono Loredana, ho quattro figli, sono vicepresidente del Pd e il partito cambia così…”. Come completiamo questo incipit?

«Sono orgogliosamente “la Loredana”, perché così mi chiamano i Salentini, e devo dire anche gran parte delle Pugliesi e dei Pugliesi, ho quattro bellissime figlie che non mancano di dirmi come la pensano su tutto e quindi ogni pranzo e cena diventano una specie di assemblea sindacale, da poche ore sono vicepresidente nazionale del mio partito e ancora devo realizzarlo, e il Pd, finalmente, sarà un partito plurale nella sostanza e non solo nei proclami».

Come si è materializzata la sua nomina ai vertici?

«Ah non lo so, dovete chiederlo ai ‘vertici del Nazareno’, o più semplicemente a Elly, è direttamente lei che mi ha voluta e di questo non posso che essere felice e onorata. A me è stato comunicato con un whatsapp mezz’ora prima della proposta in assemblea e l’unica cosa che ricordo è che ero talmente emozionata che sono diventata rossa come un peperone».

Con l’Assemblea nella Nuvola di Fuksas il Pd ha iniziato a costruire una nuova immagine che parte da Elly Schlein...

«A prescindere dalla Nuvola, la nuova immagine del Pd di Schlein l’ha fatta l’assemblea, mai così tanto partecipata ed entusiasta. La voglia e la gioia di ritrovarsi per cambiare insieme le cose aleggiava così tanto prepotentemente nell’aria che ogni parola pronunciata da Elly, nel suo discorso di insediamento, ha raggiunto fino all’ultimo millimetro di pelle. Eravamo tutte e tutti pienamente e convintamente presenti, testa e cuore, da Livia Turco alle tantissime delegate e delegati giovanissimi che oggi hanno finalmente l’opportunità di impegnarsi da protagonisti attivi per il Paese che sognano e meritano. Con queste premesse ci vuole poco a dire che più che una leader Elly si presenta come guida e facilitatrice di una rivoluzione gentile ed epocale».

Il ruolo delle donne?

«Il ruolo che meritano ovvero le stesse opportunità degli uomini. È una questione di competenze e le competenze femminili servono all’Italia intera».

Elly è l’anti-Meloni?

«Più che anti-Meloni direi è accanto ai cittadini. Insomma questo Governo non sembra intervenire sulle questioni urgenti degli italiani. C’è un’Italia più fragile che merita maggiore attenzione e invece nella legge di Bilancio che si fa? Si cancella il reddito di cittadinanza e si fa saltare il fondo nazionale affitti che serviva per tutelare migliaia di famiglie a rischio sfratto?».

Può essere utile in questa fase di ricucitura del partito la composizione anche di una segreteria unitaria con le altre mozioni?

«Sono certa che Elly farà la scelta migliore. D’altra parte fin da subito dopo l’elezione alle primarie la sua posizione è stata chiarissima: sarà la segreteria di tutte e tutti, di chi l’ha votata e di chi, legittimamente, ha scelto l di sostenere invece un altro candidato. Conteranno le competenze, non la “fedeltà”».

Nel pantheon di Loredana Capone quali autori-scrittori ci sono?

«Pavese, Calvino, Szymborska, impossibile sceglierne uno o dieci... In questi giorni mi hanno fatto compagnia le parole di Franco Arminio: “Abbiamo bisogno di contadini, - scrive in “Cedi la strada agli alberi” - di poeti, gente che sa fare il pane, che ama gli alberi e riconosce il vento. (...) Attenzione a chi cade, al sole che nasce e che muore, ai ragazzi che crescono, attenzione anche a un semplice lampione, a un muro scrostato. Oggi essere rivoluzionari significa togliere più che aggiungere, rallentare più che accelerare, significa dare valore al silenzio, alla luce, alla fragilità, alla dolcezza”».

Cosa cambia adesso nei territori e in Puglia dove Emiliano e Decaro hanno sostenuto un’altra mozione?

«Davanti ai diritti delle cittadine e dei cittadini, davanti ai loro bisogni, ai loro problemi, siamo sempre stati e resteremo uniti. È questo il compito della politica e questo congresso non è mai stato una lotta intestina ma un confronto democratico all’interno di una casa comune di cui possiamo soltanto essere fieri».

Sulle alleanze?

«L’esperienza della Puglia è la dimostrazione che quando si ragiona di temi e obiettivi, e non si contano invece le poltrone, il modo di collaborare si trova. Il rapporto del Pd con i 5S e i civici è un rapporto che sta dando frutti buoni e questo conta. Ma non è questo il tempo di pensare alle alleanze adesso dobbiamo dettare l’agenda dei prossimi anni».

Restano fibrillazioni tra i cattolici malpancisti...

«Il progetto di Paese con cui Elly ha vinto le primarie è molto chiaro. Le sue battaglie per i poveri, contro il lavoro precario, per il clima e la salvaguardia dell’ambiente, per i giovani e le donne, trovano radici profonde nel cattolicesimo democratico. E non è un caso che in ogni intervento pubblico citi l’esperienza di Prodi o le parole di Papa Francesco. D’altra parte i cattolici democratici hanno scelto già da tempo da che parte stare, con la sinistra nel Pd. Non si può mettere il carro davanti ai buoi, soprattutto se le premesse sono, come io penso, le migliori di tutti i tempi. È davvero tempo di essere tutte e tutti uniti per dare risposte concrete ai nostri cittadini. È fondamentale e urgente rimettere la persona al centro. “La persona, - diceva Don Tonino Bello - non il calcolo di parte. La persona, non le astuzie del potere. Ascoltare le persone. Guardare in faccia gli ultimi”».

Che colonna sonora sceglierebbe per questa nuova stagione?

«"La sera dei miracoli" di Lucio Dalla suona così: "Si muove la città / Con le piazze e i giardini e la gente nei bar / Galleggia e se ne va / Anche senza corrente camminerà / Ma questa sera vola / Le sue vele sulle case sono mille lenzuola"».

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