il caso

Saracino, chi è il re degli assalti ai blindati che ha finanziato il megaresort di Lavello

Il 50enne di Cerignola finito in carcere insieme all'imprenditore Liseno: risulta nullatenente ma in due anni gli è stato sequestrato un tesoro da 11 milioni

L’ipotesi più probabile è che l’imprenditore Antonio Liseno abbia chiesto alla malavita cerignolana di finanziare la costruzione del resort San Barbato di Lavello. E che per farlo si sia rivolto proprio al numero uno degli assalti ai blindati, quel Pasquale Saracino che - narrano le cronache - è considerato il l’esecutore (a volte la mente) di almeno una decina di rapine milionarie. Come quella del 24 marzo 2022 ai danni del caveau dell’Ivri di San Giovanni Teatino, che avrebbe fruttato non meno di 4,5 milioni.

Ecco perché non stupisce, come emerso dall’indagine della Dda di Potenza che martedì ha portato in carcere Liseno, Saracino e altre cinque persone (in due sono invece ai domiciliari) che nelle società del 58enne imprenditore di Lavello siano stati riciclati 9,8 milioni di euro provenienti dai cerignolani. Pasquale Saracino, detto Lino u’niur, pur ufficialmente nullatentente è stato destinatario negli anni di due sequestri di prevenzione disposti dalla Dda di Bari. Gli sono stati portati via beni per oltre 11 milioni di euro: nel 2023 scattaroni i sigilli a 38 terreni, 18 unità immobiliari e sei società tra cui uno dei più importanti distributori di bibite di Cerignola, l’anno successivo altre sei società tra cui un distributore di benzina con bar tabacchi e sala slot, oltre a disponibilità finanziarie e decine di autoveicoli.

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