Resta in carcere Antonio Liseno, fondatore e amministratore della della S.G. S.p.A. arrestato lo scorso 1 luglio per associazione per delinquere e riciclaggio. A farlo sapere è la Procura di Potenza: dopo i nove arresti disposti lo scorso mese, il Riesame ha confermato le misure cautelari per 8 indagati compreso l’imprenditore nato a Lavello e ritenuto al centro della presunta operazione di riciclaggio dei proventi illeciti dei clan cerignolani.
La Procura di Potenza intanto chiarisce che la S.G. SpA, la società con sede a Milano e principale sede operativa a Melfi sottoposta a sequestro preventivo, già il 12 febbraio di quest'anno aveva chiesto alla Camera di Commercio di attivare la procedura di concordato, poiché c’erano forti segnali di crisi finanziaria e di calo dei consumi. Ed era inoltre stata richiesta al Tribunale di Milano l’adozione di misure protettive del patrimonio aziendale, effettivamente adottate con la nomina di un esperto. La società, che si occupa di commercio di elettronica con cui gestisce punti vendita in Puglia, Basilicata e a Roma, era dunque afflitta da problemi economici ancor prima del sequestro.
“L’esecuzione del sequestro preventivo, di tipo impeditivo, sulla società - chiarisce il procuratore facente funzioni Maurizio Cardea - ha dato luogo alla immediata nomina ed insediamento operativo di un amministratore giudiziario che garantisce la continuità aziendale e l’operatività commerciale dell’azienda, tramite la gestione e l’impiego dei dipendenti, mezzi e contratti già in essere prima dell’esecuzione delle misure cautelari giudiziarie: talché alcun impatto...sull'economia locale e sull’intera comunità lavellese” potrebbe derivare o essere derivato dall’adozione di misure legali, finalizzate invero, a preservare compiutamente l’azione economica di una realtà imprenditoriale che, sulla base delle indagini sinora svolte e nel rispetto della presunzione d’innocenza, è stata utilizzata anche per finalità penalmente rilevanti”.