lavoro
Vertenza Pmc indotto Stellantis, assemblea con i lavoratori in esubero
Dopo le trattative interrotte in Confindustria Basilicata
Il prossimo 27 maggio a Melfi si svolgerà l’assemblea sindacale per discutere del futuro della Pmc dopo le trattative interrotte in Confindustria Basilicata e le organizzazioni sindacali al tavolo per trovare una soluzione.
«L’incentivazione alle uscite volontarie è il segnale più evidente del clima di incertezza e preoccupazione che si vive all’interno del sito automotive di Melfi. Dietro ogni adesione c’è una storia personale, fatta di scelte difficili e spesso dolorose. Per la Fim Cisl è fondamentale che ogni lavoratrice e ogni lavoratore sia messo nelle condizioni di decidere in piena libertà, con rispetto, ascolto e senza alcuna pressione. Ribadiamo con fermezza che le aziende PROMA e MA, anch’esse appartenenti al gruppo di riferimento di PMC, devono attivarsi per individuare soluzioni concrete, inclusi percorsi di ricollocazione interna, anche come trasfertisti, a tutela dei lavoratori coinvolti. Senza nuove produzioni, la tenuta occupazionale risulta gravemente compromessa. È importante ricordare che molti dipendenti della PMC provengono da FCA o da aziende dell’indotto in crisi, storicamente legate a Stellantis.», afferma Gerardo Evangelista della Fim Cisl che aggiunge: «Al centro delle richieste sindacali rimane il prolungamento del Contratto di Solidarietà, una misura essenziale per accompagnare questa fase di transizione. È necessario affrontare tempestivamente questa questione, come già concordato nei precedenti incontri, per garantire continuità salariale ai lavoratori e alle lavoratrici della PMC, oggi costretti a vivere in una condizione di costante incertezza. Chiediamo a Stellantis di assegnare nuove commesse alla PMC e di accelerare lo sviluppo delle versioni ibride, in particolare per la nuova Jeep e la Lancia Gamma, in un mercato automotive ancora debole che continua a incidere negativamente sui volumi produttivi. È inevitabile che una produzione ridotta comporti livelli occupazionali più bassi, soprattutto in un contesto delicato come quello di Melfi. Per garantire il futuro dell’indotto, serve un’azione concreta e un progetto chiaro da parte della Regione Basilicata, a tutela della sopravvivenza delle aziende coinvolte.»
«L'azienda PMC di San Nicola di Melfi, indotto Stellantis ha comunicato il licenziamento di venti lavoratori in somministrazione a causa delle mancate commesse da parte di Stellantis", afferma a sua volta la segretaria generale della Fiom Cgil Basilicata, Giorgia Calamita, sottolineando come "la vertenza non faccia altro che confermare le nostre preoccupazioni sulla crisi dell'automotive in Basilicata. Ecco perché, in assenza di alcuna garanzia produttiva e occupazionale per il futuro, a differenza delle altre sigle sindacali, non abbiamo sottoscritto con l'azienda l'accordo per le 50 fuoriuscite incentivate. Come denunciamo ormai da tempo e ancora prima degli accordi sulla produzione dei nuovi modelli con Stellantis, l’ assenza di un piano industriale per l’Italia e l'incertezza dovuta ai mancati investimenti da parte della multinazionale, insieme al taglio da parte del Governo dei fondi per il sostegno al settore automobilistico, stanno producendo solamente cassa integrazione, esuberi e pochi turni di lavoro, con la conseguente grave perdita salariale per tutte le lavoratrici e i lavoratori di Stellantis e di tutto il suo indotto. Per avere certezze è necessario che Stellantis si assumi tutta la responsabilità, garantendo a tutti i suoi dipendenti la garanzia occupazionale e la continuità produttiva grazie alle commesse che devono essere garantite a tutto il suo indotto. »
«L’ istituzione dell'area di crisi industriale complessa, gli annunci dei nuovi modelli non bastano - denuncia Calamita - c’è bisogno di integrare le produzioni con modelli mass market che possono aumentare i volumi produttivi. Ribadiamo la necessità di aprire una vertenza unica per l'automotive e l'indotto in Basilicata e nel Paese e non azienda per azienda per chiedere garanzie occupazionali, produttive e salariali per tutti i dipendenti della zona industriale di San Nicola di Melfi. Siamo stanchi di vedere gli azionisti che continuano a spartirsi utili miliardari, mentre le lavoratrici e i lavoratori pagano il prezzo di una crisi dovuta a mancati investimenti e a scelte sbagliate".