Il discorso

Viggiano, l'omelia del vescovo per i politici lucani: «Più lavoro e qualità dei servizi»

ANTONELLA INCISO

Carbonaro: «Solo così i giovani non emigreranno dalla loro terra»

VIGGIANO - “Nessun giovane lucano, laureato o diplomato si convincerà, a forza di bonus, a rimanere o tornare in Basilicata. Solo il lavoro e la qualità dei servizi, a partire da quelli sanitari, possono convincere le nuove generazioni a rimanere o tornare e mettere su famiglia”. È il richiamo che l’arcivescovo di Potenza, Marsiconuovo e Muro Lucano, Davide Carbonaro, lancia da Viggiano alla politica lucana.

Nel giorno della discesa dal monte della sacra effige della Madonna nera, Regina e Patrona della Basilicata, con oltre 10mila pellegrini di tutto il Sud Italia che hanno accolto la Vergine nel suo ritorno in paese, fede e tradizioni si intrecciano con i temi del lavoro, della pace, dell’economia circolare. In quell’anelito corale che guarda alla Madre Celeste e rinsalda le radici di una devozione antica, la festa della Madonna di Viggiano è fatta di “strade che si incrociano” come commenta lo stesso arcivescovo, particolarmente emozionato durante la sua prima celebrazione eucaristica in onore della Madonna nera. Strade che sono fatte di passato ma che intrecciano anche il futuro, in particolare quello delle giovani generazioni. Tema da sempre caro alla Chiesa lucana che anche ieri, attraverso la voce dell’arcivescovo e presidente della Conferenza episcopale di Basilicata, Carbonaro, durante l’omelia, viene riportato all’attenzione.

“Siano al primo posto il bene comune – spiega l’arcivescovo - i bisogni dei giovani che chiedono attenzione per il loro futuro da vivere qui, evitando diaspore che sono davanti ai nostri occhi e che creano rassegnazione. Siano individuati insieme progetti coraggiosi e lungimiranti che vincano le polarizzazioni e le politiche dei bonus, guardando concretamente alla formazione delle giovani generazioni, alla sanità pubblica e al lavoro precario non come una concessione, ma come un diritto”. Riferendosi, poi, alla terra lucana il presule chiede che sia “custodita e coltivata non sfruttata e abbandonata”.

“Le risorse siano condivise perché cresca una sana economia circolare che guardi al bene di tutti e non di pochi. Si faccia attenzione alle buone pratiche in atto, oggi imprescindibili nell’agenda della transizione energetica ed ecologica. Siano la comunione e la condivisione a fare la differenza” aggiunge monsignor Carbonaro che richiama anche alla pace. Il lavoro, i giovani, l’ambiente e la salute: moniti che vengono definiti dal presidente della Regione, Vito Bardi, “importanti perché con gli indirizzi che la Chiesa lancia le Istituzioni e la Regione devono fare la loro parte”. “Manifestazioni come questa – aggiunge Bardi – offrono l’opportunità di rinvigorire i legami sociali all’insegna dell’identità collettiva e diventano un ponte intergenerazionale grazie al quale i più giovani possono conoscere e apprezzare le proprie radici culturali”. E se lo sguardo del popolo di Maria è tutto rivolto alla sua Madre celeste a segnare un altro momento importante è l’annuncio alla vigilia dell’apertura del Giubileo in Basilicata, il prossimo 28 dicembre, della traslazione della venerata effige della Beata Vergine di Viggiano presso la Cattedrale di Potenza dove rimarrà fino al 6 gennaio.

“Possa questa peregrinatio della Madre di Dio nel cuore della nostra chiesa diocesana, rinnovare il dono della fede e ravvivare la speranza” conclude monsignor Carbonaro. Quella fede e quella speranza che dalla Val d’Agri, ieri, hanno raggiunto tutta la regione.

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