trasporti

Potenza, le scale mobili a quota 30 anni per le norme di sicurezza sono a fine vita

ANTONELLA INCISO

Una corsa contro il tempo, per evitare il “fine vita”, appunto, di una delle scale mobili, quella del XVIII Agosto

POTENZA - Una corsa contro il tempo, per evitare il “fine vita” di una delle scale mobili di Potenza. E’ quella che sta facendo l’assessore comunale alla Mobilità, Francesco Giuzio, a pochi mesi dalla scadenza dei trent’anni della scala mobile di XVIII Agosto, per avviare i lavori di manutenzione necessari ad evitare la chiusura dell’impianto. A fine ottobre, infatti, scadono i tre decenni - che le norme nazionali indicano come “fine vita” degli impianti meccanizzati – per la Scala mobile Prima che porta a piazza XVIII Agosto. Senza interventi l’impianto deve essere chiuso. Una iattura per il capoluogo, soprattutto se si considera che si tratta di una delle strutture maggiormente utilizzate. Per riaprirle, però, servono un progetto, lavori di manutenzione che consentano di garantirne la sicurezza e soprattutto fondi. Quelli che il Comune di Potenza spera di ottenere dalla Regione Basilicata. Già perché uno dei primi impegni dell’Amministrazione Telesca è proprio quello di interloquire con il governo regionale per avere un contributo straordinario destinato alla sistemazione di quel chilometro e trecento metri che collegano i rioni più periferici con il Centro Storico. Cinque i milioni di euro necessari all’intervento, a cui si aggiungono altri 700mila euro, di fondi comunali, destinati alla manutenzione straordinaria degli altri due impianti meccanizzati (quello di via Armellini con 4 rampe e 2 ascensori e quello di Santa Lucia con 26 rampe, 2 ascensori inclinati e 4 verticali).

“Ci sono state interlocuzioni con l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali ed autostradali, c’è stata una perizia degli uffici che evidenzia gli interventi da fare su alcuni impianti in tempi abbastanza celeri – spiega l’assessore Giuzio - e ci stiamo muovendo per capire come si possa evitare la chiusura degli impianti per un periodo di tempo tale da non creare un disagio. Una chiusura servirà per fare gli adeguamenti ed i controlli necessari ma non perché scade il fine vita, “fine vita” previsto dalle norme dopo che gli impianti sono in funzione per trent’anni. Noi al momento abbiamo 700mila euro su questa posta ma i soldi basterebbero solo per fare il progetto ma non i lavori, che dovrebbero costare sui 5 milioni di euro”.

Di qui l’idea di battere cassa alla Regione: “Il sindaco ed io abbiamo già avviato delle interlocuzioni con la Regione per valutare le diverse possibilità di intervento economico e speriamo che venga riconosciuto il ruolo di Potenza come città di servizi” continua l’assessore che conferma anche l’ipotesi di chiedere una proroga per evitare la chiusura dell’impianto. “La proroga è una strada che potremmo verificare ma essa dipende dall’ ente deputato e per avere una proroga è necessario avere il progetto” aggiunge Giuzio che per concludere manda una stilettata alla precedente amministrazione: “Speriamo di ovviare a quella che è stata una incuria da parte di quelli che ci hanno preceduto, perché non si può arrivare a luglio senza neanche il progetto oltre che senza i fondi”

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