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Servizi sociali: Rapolla e Castelsaraceno nella top 6 dell’inclusività

 
Giovanna Laguardia

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Giovanna Laguardia

Servizi sociali: Rapolla e Castelsaraceno nella top 6 dell’inclusività

Il comune lucano di Rapolla

Secondo i risultati di OpenPolis, città e paesi del Sud spendono più degli altri per contrastare povertà e fragilità

Lunedì 08 Maggio 2023, 13:26

POTENZA - Le città e i paesi del Sud spendono più degli altri per contrastare povertà e fragilità. Lo dice una recente indagine di OpenPolis sulla spesa dei comuni per contrastare la marginalizzazione sociale. In questo ambito spiccano due comuni della Basilicata, che rientrano nella top 6 italiana per spesa pro capite in favore delle fasce deboli. Si tratta, nell’ordine, di Rapolla e Castelsaraceno. Entrambe investono cifre che superano ampiamente i 900 euro per cittadino. In Italia, meglio del comune vulturino e di quello a cavallo tra il parco nazionale dell’Appennino Lucano e quello del Pollino, nel 2021, hanno al quale si riferiscono i dati, sono riusciti a fare soltanto quattro comuni. Carunchio, in Abruzzo (1936 euro), Camini, in Calabria (1746), Bellosguardo e Sant’Angelo a Scala, entrambi in Campania (rispettivamente 1374 e 1218 euro). La spesa media dei comuni italiani per contrastare la povertà è di 17,33 euro. Gli importi sono mediamente superiori al Sud. Al primo posto la Sardegna (poco meno di 45 euro pro capite), seguita dalla Basilicata (circa 41 euro).

La ricerca di OpenPolis, è bene ricordarlo, si basa sulla voce all’interno del capitolo di spesa dedicato alle politiche sociali che riguarda gli interventi dedicati a persone particolarmente fragili: chi ha un reddito basso (o è indigente), migranti, ex detenuti, persone con dipendenze. In questa voce sono considerate le uscite per vitto, alloggio e indennità di denaro per sostenere chi è in difficoltà, oltre alle spese relative alla gestione di strutture e servizi per la riabilitazione e l’inclusione di chi è a rischio di esclusione sociale. Ovviamente l’impegno dei Comuni nel sociale non finisce qui. Infatti, i dati presi in considerazione per stilare la graduatoria «mostrano la spesa per cassa per gli interventi per soggetti a rischio di esclusione sociale», ma «spesso i comuni non inseriscono le spese relative a un determinato ambito nella voce dedicata, a discapito di un’analisi completa».

Ma vediamo cosa accade negli altri comuni della Basilicata. Sul terzo gradino del podio, dopo Castelsaraceno, è un altro comune dell’area Sud, san Severino Lucano, con una spesa di 526 euro pro capite. A stretto contatto, al quarto posto, Viggianello, che fa registrare una spesa di circa 425 euro. Ci sono altri otto comuni nei quali la spesa supera i 100 euro pro capite. Sono Policoro (186 euro), Guardia Perticara (148), Gorgoglione (circa 142), Accettura (137), Marsicovetere, (poco meno di 133), San Chirico Raparo (quasi 122), Stigliano (118) e Rionero (116). E le città lucane più grandi? Matera si piazza al 37esimo posto in graduatoria con una spesa pro capite di 18,90 euro, mentre Potenza è al 56esimo posto con 11,45 euro. Tra le grandi città italiane (quelle con più di 200.00 abitanti), quella che spende di più per contrastare la marginalizzazione sociale è Bologna, con 98,48 euro. Quella che spende di meno è Bari (3,82). In Basilicata c’è anche un nutrito gruppo di comuni, ben 33, nei cui bilanci 2021 alla voce di spesa «per gli interventi dedicati a persone particolarmente fragili» non era appostato neppure un euro. Questo, come avverte lo stesso report OpenPolis non implica necessariamente una gestione «negativa della materia». semplicemente le spese per l’inclusione sociale potrebbero essere nascoste dentro altri capitoli del bilancio.

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