Basilicata inedita

Il sogno di una casa sull’albero diventa realtà a Sasso di Castalda

Massimo Brancati

Un particolare B&b in mezzo alla natura, sospeso tra due noci secolari a pochi passi dal ponte tibetano

SASSO DI CASTALDA (Potenza) - Mai avrebbe potuto immaginare che quelle sue «capannine» frutto dei giochi di bambino un giorno sarebbero diventare la sua fonte di guadagno. Il suo lavoro. Chi, da piccolo, non ha mai fantasticato sulle case costruite sugli alberi? Qualcuno, oltre a disegnarle, riusciva anche materialmente a realizzarle con legna e cartoni recuperati qua e là. Certo, non era il massimo della stabilità, né del comfort, ma incarnava lo spirito d’avventura dei ragazzini che, senza i social e il web di oggi, davano sfogo alla loro creatività inchiodando tavole per creare un posto tutto loro, dove custodire sogni e piccoli segreti. Esattamente come faceva Giovanni Distefano che nel terreno dei nonni si divertiva a disegnare e a costruire una casetta tutta sua, sospesa su un albero. Proprio laddove oggi sorge il suo Bed & breakfast, ideato con la fidanzata Erica. Si chiama «Guarda che luna». E da lì la luna appare davvero magica, lontano dalle luci della città. La struttura sorge in mezzo a due alberi di noci secolari che con le loro chiome creano un’atmosfera fiabesca. Incantata. Un nido d’amore a 1,5 chilometri dal centro abitato (località Piano La Pietra) sospeso nel verde, immerso nella natura, da dove sbirciare il cielo stellato e il «Ponte alla luna», il ponte tibetano diventato in poco tempo un’attrazione capace di varcare i confini regionali.

Aperto nel 2021, il B&b è il frutto di un progetto imprenditoriale finanziato con i fondi del microcredito di Sviluppo Basilicata.

Ci racconti come l’è venuta in mente l’idea di costruire un piccolo hotel sugli alberi...

«La mia famiglia d’origine ha un B&b a Sasso di Castalda, quindi siamo già dentro al mondo dell’ospitalità. Quando è stato inaugurato il «Ponte alla luna» abbiamo cominciato a pensare a come potevamo avvicinarci di più alla natura. E lì sono venuti fuori i miei ricordi di quand’ero bambino e disegnavo casette sugli alberi. Perché non le facciamo davvero, recuperando e valorizzando il terreno dei nonni?».

Detto, fatto...

«Sì, anche se la burocrazia non ci ha certo agevolati. Abbiamo aperto la struttura nel 2021, in piena pandemia. E l’emergenza sanitaria ha di fatto rallentato pratiche e lavori».

Ma com’è questa casa sull’albero?

«È una camera matrimoniale con bagno per complessivi 24 metri quadrati, al netto delle terrazzine. Ci sono tutti i comfort di un’abitazione moderna, realizzata con tecniche ingegneristiche all’avanguardia».

Gli inverni rigidi della montagna potentina impediscono di viverla in questa stagione?

«No, assolutamente. L’esperienza può essere fatta tutto l’anno, anche con queste temperature perché, come dicevo, la struttura è coibentata con moderne tecniche ed è riscaldata».

Chi è il cliente tipo della casa sull’albero?

«Principalmente coppie».

E da dove arrivano?

«Abbiamo una forte richiesta soprattutto dalla Puglia, ma è in crescita anche l’arrivo di turisti da altre regioni italiane. Pochi, invece, gli stranieri. Scontiamo qualche difficoltà nell’approccio al mercato internazionale. La mancanza di un aeroporto nelle vicinanze ci penalizza».

Lei ha lavorato e studiato fuori prima di decidere di rientrare nel suo paese d’origine. Fa parte della cosiddetta «generazione boomerang». Contento di essere tornato?

«Non potevo fare scelta migliore. Sono tornato da Roma nel 2017 per un periodo che doveva essere breve, il tempo necessario per ristrutturare l'appartamento adibito a B&b a Sasso di Castalda. Mi sono reso conto che la cosa funzionava, che i turisti erano in aumento e allora ho deciso di fermarmi».

Di cosa si occupava a Roma?

«Lavoravo nel campo dell’agro-economia, ma sono stato impegnato anche nell’aeroporto di Fiumicino. Pensavo di costruire lì la mia vita, ma non faceva per me e sono tornato qui, una terra meravigliosa».

Pensava questo anche quando è andato via?

«Ma guardi, spesso i lucani non apprezzano come dovrebbero i loro luoghi, bellissimi e da valorizzare. Ce lo ricordano ogni volta i turisti e i visitatori. Anch’io, probabilmente, non ero pienamente consapevole di quanto fosse bella la Basilicata».

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