Caro energia
Basilicata: bollette, un negoziante paga fino a 61mila euro
Confcommercio: tante imprese rischiano di sparire
Il popolo dei senzabonusgas c’è eccome. E grida al vento le ferite del caro bolletta.
Non c’è solo la Basilicata felix che ha visto sforbiciare il costo dell’energia consumata in casa. Adesso, l’altra metà di Basilicata, quella commercio piagato, fa i conti e li spiattella. Nella speranza che a livello regionale se non con l’emendamento in manovra di bilancio del governo Meloni arrivi un aiuto.
L’Osservatorio Confcommercio Energia ha diffuso numeri che fanno riflettere, dopo aver fatto i conti in tasca agli associati. Risultato? In Basilicata, per un albergo (potenza 90 kwh, consumo annuo 260mila Kwh) la bolletta energetica del 2022 si chiuderà tra i 118mila e i 207mila. Per un ristorante (potenza 30 kwh, consumo anno 35mila Kwh) tra 17mila e 28,5 mila. Un bar (potenza 20 Kwh, consumo 20mila kwh) pagherà da 14 mila a 17 mila. Mentre un negozio alimentare (potenza 35 kwh, consumo 75mila kwh) dovrà pagare da 34,5mila a 61mila. Per un negozio non alimentare (potenza 10 Kwh, consumo 18mia Kwh) la bolletta 2022 varierà da 8,5 mila a 15 mila.
La conclusione alla quale arriva l’Osservatorio Energia di Confcommercio è che «la annuale bolletta “elettrica” è cresciuta inesorabilmente da inizio anno ad oggi in questo modo: per un albergo tipo l’incremento è del +157%, per un ristorante fino a +138%, mentre per un negozio alimentare la spesa +153%, per un bar il conto annuale elettrico aumenta del 134%, mentre per i negozi non alimentari il rincaro può arrivare addirittura a +188%».
Il confronto con il 2021 è impietoso: costi lievitati per l’elettricità con incrementi fino ad oltre il 200%.
Un albergatore pagherà circa 114mila in più di elettricità rispetto all’anno scorso, mentre per un negozio alimentare il differenziale rispetto ai dati di ottobre 2021 è di circa +33mila euro.
Che fare? «Di fronte a questi dati – evidenzia Confcommercio - è evidente che escludere dalla sterilizzazione degli oneri generali di sistema (che, giova rammentare, pesano per quasi il 25% sulla bolletta elettrica) le utenze con potenza disponibile superiore ai 16,5 kW - come ad oggi previsto nel disegno di legge di bilancio per il 2023 - significa sacrificare gran parte del settore economico e produttivo del nostro Paese, sottoponendo a rischio chiusura centinaia di migliaia di imprese».
Anche per le offerte di gas naturale, rispetto alla rilevazione di luglio, si registra una fortissima impennata del prezzo, con valori che addirittura arrivano a toccare il +104%.
Di più. «Rispetto alle precedenti rilevazioni dell’Osservatorio Confcommercio Energia - dove si evidenziava una maggiore convenienza delle offerte del mercato libero rispetto alle tariffe del tutelato - emerge, a ottobre, l’opposto: con una tariffa regolata per l’ultimo trimestre 2022 di 0,66 €/kWh, il tutelato ha valori più bassi del mercato libero dove i prezzi sono abbondantemente superiori a 0,75 €/kWh. Dati che preoccupano molto in vista del previsto superamento del fine tutela per le microimprese (rinviato dall’Arera dal 1° gennaio al 1° aprile 2023) e che rendono quindi necessario un ulteriore intervento di proroga, almeno a tutto il 2023».
Dunque l’impatto del caro energia, è pesantissimo: da una spesa di 13 miliardi del 2021 si passa ai 40 miliardi di quest’anno.