Dissesto idrogeologico lucano
Maratea isolata, pendolari in tilt
La statale 18 chiusa a causa del crollo del costone costringe a percorsi tortuosi e lunghi
MARATEA (POTENZA) - La chiusura della statale 18 mette in ginocchio non solo la vita economica di Maratea, ma anche quella di molte famiglie. Emblematica la situazione di Nino Ferrara che abita a Marina, frazione vicina a quella di Castrocucco, dove mercoledì scorso si è verificata la frana. Prima della chiusura della statale, Ferrara per arrivare al lavoro (l'uomo gestisce un distributore di Gpl sulla fondovalle del Noce, a poco più di 500 metri dallo svincolo per Castrocucco) doveva percorrere 5 chilometri. Oggi, invece, deve fare il giro per Trecchina e percorre 40 chilometri. Non è solo un problema di tempo, ma anche economico perchè percorrere 70 km in più tra andata e ritorno rispetto ai 10 di prima significa anche spendere molto di più di quello che spendeva prima. "Mi auguro - ha detto - che questo problema si risolva presto, ma l'impressione è che ne avremo per molto tempo". Ferrara era anche tra i partecipanti all'incontro di venerdì scorso a Castrocucco in cui operatori turistici e cittadini hanno chiesto che la questione della frana e del forte rischio idrogeologico che caratterizza Maratea venga portata ai tavoli nazionali.
«Durante l'incontro – racconta Ferrara – un ingegnere si è fatto avanti con una soluzione, vale a dire delle imbragature di ferro o cemento, le cosiddette gallerie passive, che consentirebbero la normale circolazione sulla strada in attesa di un ripristino definitivo del costone franato". Altra situazione indicativa del disagio causato dall'ennessima interruzione della statale è quella di Pino Maceri, titolare di un'azienda che trasporta barche. La sede logistica dell'azienda è al porto di Maratea, mentre il deposito è a Tortora. Ogni volta che deve fare un trasporto da Tortora a Maratea o viceversa, Maceri deve percorrere 22 chilometri (11 all'andata e altrettanti al ritorno). La frana lo costringe all'itinerario alternativo che passa per Trecchina: di chilometri adesso ne deve fare quasi 60, per l'esattezza 56, con un aggravio di spese di carburante oltre che di tempo. Se la statale 18 non sarà messa in sicurezza e riaperta subito Maceri sarà costretto ad allungare ancora di più il tragitto e dovrà scaricare le barche nel porto di Sapri per poi trasferirle a Maratea via mare.
«Il mio timore – dice - è che sarò costretto ad aumentare i costi del mio servizio, scaricando l'aggravio sui miei clienti. E non so se potranno accettare queste mutate condizioni». Non c'è soltanto la questione dei costi, ma anche quella della sicurezza stradale. «La strada alternativa per Trecchina – sottolinea Maceri - è stretta e piena di curve: con il mio autoarticolato è un incubo percorrerla, soprattutto quando trasporto una barca più grande». Impossibile, al momento, fare una previsione sul ripristino della viabilità. La situazione è complessa e si attendono indicazioni da parte dell'Anas. Intanto, prosegue il monitoraggio della frana che quattro giorni fa ha provocato il distacco dal monte Serra di circa 10 mila metri cubi di roccia (è la stima aggiornata), che dopo aver distrutto la carreggiata della 18 sono finiti in mare. In contemporanea si sta provvedendo al ripristino delle reti idriche, fognarie ed elettriche danneggiate dai massi, mentre si attende la relazione dei geologi per capire quale sia la soluzione da adottare per mettere in sicurezza la montagna che resta la priorità. Le aspettative sono rivolte alla seconda riunione del tavolo permanente di monitoraggio avviato al dipartimento Infrastrutture della Regione, all'indomani dell'evento calamitoso. La riunione è prevista per martedì prossimo 6 dicembre.