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Potenza, tutti pazzi per lo smart working: «Occupati sì, ma solo per 4 giorni»

 
Redazione Basilicata

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Tele-Lavorare stanca se lei digita da casa

Sono i desiderata dei lavoratori lucani che puntano ad avere una maggiore flessibilità nella loro vita professionale

Mercoledì 09 Novembre 2022, 13:23

POTENZA - Un maggiore uso dello smart working ed il passaggio ad una settimana lavorativa a 4 giorni. Sono i desiderata dei lavoratori lucani che puntano ad avere una maggiore flessibilità nella loro vita professionale. La tendenza è emersa nel «People at Work 2022: A Global Workforce View» il dossier annuale redatto dall’Adp Research Institute, la multinazionale americana leader nell’human capital management, che ha svolto un’indagine su un campione di italiani e di lucani.

In particolare, il 42 per cento dei lavoratori lucani intervistati sarebbe d’accordo di passare a una settimana lavorativa di 4 giorni, arrivando così a lavorare 10 ore al giorno pur di avere un giorno libero in più a settimana. Sempre il 42 per cento di lavoratori lucani , poi, accetterebbe inoltre «una riduzione della retribuzione se ciò significasse migliorare il proprio equilibrio tra lavoro e vita privata, anche senza nessuna modifica delle ore lavorative».

Dalla ricerca, inoltre, è emerso « come tre quarti dei dipendenti lucani intervistati (il 75 per cento) affermi di aver preso in considerazione di cambiare lavoro negli ultimi 12 mesi. Di questi, uno su tre (il 33 per cento) ha pensato di cambiare settore, il 17 per cento di richiedere un anno sabbatico mentre un altro 17 per cento ha pensato di aprire un'azienda o di prendersi una pausa temporanea dal lavoro, mentre meno di uno su dieci ha considerato l'ipotesi del pensionamento anticipato (8 per cento). «La settimana lavorativa di 4 giorni è tra gli argomenti di discussione più interessanti del momento: il dibattito è attivo a livello mondiale, dove sono diversi i Paesi che si stanno muovendo per introdurla, ma anche in Italia ci sono varie proposte che stanno nascendo, spinte dall’iniziativa del settore privato - spiega Marcela Uribe, general manager Adp per il sud Europa - L’equilibrio tra vita privata e vita lavorativa è una delle questioni che più sta influenzando il mondo del lavoro in questi anni: la pandemia ha fatto sorgere tra i lavoratori nuove esigenze, che le imprese devono prendere in considerazione e integrare nella propria strategia di reclutamento e gestione dei dipendenti, se non vogliono essere penalizzate in termini di attrattività verso i nuovi talenti e risorse.

«I lavoratori riflettono molto più di prima su ciò che desiderano dal lavoro e dalla vita -, continua la manager - Le aziende farebbero bene a non ignorarli. Ovviamente non sarà possibile accettare tutte le richieste o soddisfare tutti i lavoratori, ma capire i punti di vista globali della forza lavoro consentirà loro di attrarre e fidelizzare i talenti ed elaborare piani per il futuro»

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