Aiuto, si sono... ristrette le dighe. La mancanza delle necessarie verifiche di vulnerabilità sismica da un lato e gli interventi di manutenzione straordinaria non effettuati dall’altro, stanno limitando la capacità del sistema delle dighe lucane di immagazzinare acqua. Ma è stato già avviato dal Commissario di Governo un piano straordinario che entro qualche anno dovrebbe aiutare a limitare i danni. Lo ha illustrato alla Gazzetta l’assessore regionale all’Ambiente Cosimo Latronico.
Il problema riguarda il sistema costituito dalle dighe di di Conza, Saetta (Pescopagano), Camastra, Acerenza, Genzano, Serra del Corvo (Basentello), Adduttore Acerenza-Genzano, Pertusillo, Monte Cotugno), che ricadono negli schemi idrici: Ofanto, Basento-Bradano e Jonico-Sinni e che ricadono sotto la gestione dell’Eipli.
Su queste opere il Commissario nominato dal Governo, nelle persona del Segretario Generale dell’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Meridionale, Vera Corbelli, ha riscontrato mancanze sia nella manutenzione straordinaria, sia nelle verifiche di vulnerabilità sismica, che impediscono il raggiungimento dei volumi di invaso di progetto. A questo si aggiungono i problemi legati all’interrimento, che fa diminuire il volume di invaso. E così, proprio oggi che il clima impazzito, con periodi di siccità sempre più lunghi, una fetta significativa del Meridione non può contare sulla completa capacità di invaso delle sue dighe. Come vi si può porre rimedio? «Sono in corso - spiega l’assessore Latronico - da parte dell’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Meridionale, d’intesa con le Regioni, due macro azioni, una nell’ambito del Piano straordinario invasi, una con i finanziamenti del Pnrr». Sulle dighe lucane il Commissario straordinario ha avviato la rivalutazione sismica delle dighe e delle relative opere complementari ed accessorie e la progettazione e realizzazione di interventi di efficientamento. «Entro il 2026 - dice Latronico - è in programma il completamento di tutti gli interventi progettati e realizzati e grazie a questo si doterà il territorio non solo lucano ma dell’interno distretto, di un patrimonio idrico di oltre 300 milioni di metri cubi annui in più rispetto alla attuale disponibilità, andando così a coprire il 50 per cento del deficit attuale di risorsa idrica in relazione ai volumi degli invasi a livello distrettuale». Non solo. Il Commissario ha attivato ulteriori progetti per 18 milioni di euro per ulteriori lavori necessari all’efficientamento del sistema: nuovi scarichi ausiliari a Monte Cotugno, Serra del Corvo e Camastra, il progetto di sfangamento per la Camastra, una rete integrativa di monitoraggio del meteo e delle acque.
IL CASO CAMASTRA: INVASO RIEMPITO DI TERRA E FANGO
Tra le varie dighe oggetto di intervento, il caso più delicato è quello della Camastra, dove l’innalzamento del fondo, dovuto al progressivo interrimento, rischia di vanificare i progetti per renderla più efficiente. Ma per poter intervenire occorre che l’ente gestore, l’Eipli, approvi il piano di gestione. Che ancora non c’è. Come fare? «Il mio obiettivo primario - dice l’assessore regionale all’ambiente Cosimo Latronico - è quello di lavorare per il raggiungimento di una intesa tra l’Eipli, soggetto gestore della diga, e il Commissario straordinario, affinché si possa approvare il più celermente possibile questo piano di gestione ed avviare i lavori».
Il Commissario di Governo, infatti, ha previsto la realizzazione di un progetto di sfangamento per la diga della Camastra, ma la sua attuazione è subordinata all’approvazione del piano di gestione. Se questo non sarà fatto, si correrà il rischio di vanificare le altre azioni di efficientamento che dovrebbero portare a recuperare una capacità di invaso di circa dieci milioni di metri cubi di acqua. Intanto il progetto di sfangamento, che è stato già finanziato con fondi Cipe, resta inattuato.
Nelle interlocuzioni con la Regione Basilicata il Commissario straordinario si è reso disponibile a superare l’impasse. «Al fine di superare tali difficoltà, il Commissario Straordinario si è reso disponibile a supportare l’Eipli nell’attuazione dei propri compiti specifici mediante una specifica intesa. Tra le attività previste nell’intesa è incluso l’affiancamento nella redazione del Piano di Gestione che il commissario straordinario ha già provveduto a redigere in bozza, anche di concerto con i tecnici dell’Eipli. Tuttavia, non essendo stato sottoscritto da parte dell’Eipli l’accordo di collaborazione, lo stesso Piano non può essere completato ed inviato alla Regione Basilicata per i pareri di competenza e, di conseguenza, non è possibile attuare tutte le azioni necessarie per la rimozione dei sedimenti dal bacino del Camastra e di recupero della originaria capacità di invaso».
«Per dare attuazione a tutti i progetti necessari a restituire la piena efficienza alla diga della Camastra, che riveste grande importanza perché fornisce acqua potabile ad un territorio molto vasto che comprende la città di Potenza e i comuni dell’hinterland - conclude l’assessore Latronico - il mio impegno è quello di dare corso all’accordo tra i due soggetti».
Invasi costruiti da CasMez
Le dighe degli schemi idrici Ofanto, Basento-Bradano e Jonico-Sinni ricadono tutte in territorio lucano, ad eccezione della diga di Conza, sbarramento dell’Ofanto che si trova in comune di Avellino, ma comunque ai confini con la Basilicata. Tali opere, insieme ad altre nei territori di Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Puglia e Molise, furono realizzate dalla Cassa per il Mezzogiorno. Costituiscono un imponente sistema che consente l’approvvigionamento di acqua per estese aree del Meridione. In particolare, si parla di un trasferimento pari a circa 850 Mmc/anno. Nel dettaglio il territorio regionale pugliese riceve circa 600 Mmc/anno d’acqua dalle Regioni afferenti al distretto dell’Appennino Meridionale; di questi, circa 280 Mmc/anno sono trasferiti dalla sola Basilicata.