Tutti in classe

Basilicata, il 12 settembre si torna a scuola: il messaggio di Bardi per gli studenti

Redazione online

«La regione ha bisogno di voi, delle vostre energie e della spinta vitale di cui le nuove generazioni sono portatrici»

«La Basilicata ha bisogno di voi, delle vostre energie e della spinta vitale di cui le nuove generazioni sono portatrici": è questo uno dei passaggi del messaggio - diffuso dall’ufficio stampa della giunta lucana - del presidente della Regione, Vito Bardi, agli studenti in vista del ritorno tra i banchi, lunedì prossimo, 12 settembre.
«Cari ragazzi e care ragazze della Basilicata, in questi giorni - ha evidenziato il governatore lucano - per tutti voi il suono della campanella segnerà l’inizio di un nuovo anno scolastico. Le restrizioni imposte dalla pandemia finalmente sembrano superate. Si torna in classe in presenza, senza didattica a distanza e mascherine. L’auspicio è che voi possiate ritrovare nel percorso scolastico non solo l’impegno dell’apprendimento e dello studio ma anche le emozioni dello stare insieme, del confronto e della condivisione, pilastri fondamentali per la crescita e la formazione personale. Ragazzi e ragazze, vi invito ad investire sulla conoscenza. Il vero passaporto del successo è proprio questo. Riponiamo in voi la fiducia e la speranza per il futuro».
Il «pensiero» di Bardi «va anche al personale docente e non docente che nei diversi ruoli contribuisce alla formazione dei nostri giovani. A tutti - ha concluso il presidente della Regione Basilicata - auguro un sereno e proficuo anno scolastico».

«La Chiesa sarà dalla vostra parte ogni volta che, come disse San Giovanni Paolo II durante la sua visita in Basilicata nel 1991, rivendicherete più giustizia sociale, più solidarietà, ogni volta che denuncerete il clientelismo come metodo di governo e la raccomandazione come mezzo per trovare lavoro». Si chiude con queste parole il messaggio inviato agli studenti dall’arcivescovo di Potenza, monsignor Salvatore Ligorio, a due giorni dall’avvio dell’anno scolastico.
«Il vostro vescovo - ha scritto mons. Ligorio - vuole augurarvi un buon anno scolastico. Non si tratta di una formalità ma di un’esigenza che nasce dal cuore. Intendo comunicarvi in nome del Vangelo - tutta la fiducia che la Chiesa nutre nei vostri confronti perché voi rappresentate veramente la speranza di una storia nuova per questa terra impregnata di troppa rassegnazione e di scarsa fiducia in sé e negli altri, dove si scambiano spesso per volontà di Dio situazioni che sono solo effetto di scelte degli uomini».
Per mons. Ligorio, che presiede anche la Conferenza episcopale regionale, «la Basilicata sarà migliore se voi sarete migliori di noi adulti che vi abbiamo preceduti e non siamo stati capaci; ovviamente ognuno per il suo ruolo - di creare le condizioni per un futuro degno delle nuove generazioni».

«Mi rivolgo a voi - ha continuato l'arcivescovo di Potenza - in occasione dell’inizio delle lezioni perché il tempo di scuola è tempo di grazia e di opportunità. Nelle aule dove trascorrerete parte delle vostre giornate si gettano le fondamenta non solo per un umanesimo integrale, che considera la trascendenza come una dimensione fondamentale dell’uomo, ma anche per una società più giusta, fondata sulla dignità di ogni persona che trova nel bene comune le condizioni per la sua realizzazione. Il vostro vescovo - ha aggiunto mons. Ligorio . vi invita pertanto a frequentare la scuola come luogo di dialogo, prima di tutto fra voi e poi con i professori che hanno il compito delicato e difficile di accompagnarvi nel percorso educativo ed, infine, in modo critico, con le correnti di pensiero che attraversano il nostro tempo, senza escludere un confronto sereno ed aperto col Vangelo, pena la totale incomprensione della nostra società. Il Vangelo non vi impone nulla, vi indica solo una proposta di soluzione per le domande di senso che interrogano sicuramente la vostra vita. Cari giovani, la Basilicata ha bisogno di voi perché voi sarete la nuova e, si spera migliore, classe dirigente. Pertanto vi esorto nel nome del Signore: fatevi sentire, dite la vostra sulla realtà che vivete e, se necessario - ha concluso - alzate la voce».

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