La polemica

Potenza, i cantanti neomelodici nel mirino. Libera: niente concerti di chi inneggia ai clan

Massimo Brancati

Ogni volta che uno di loro deve esibirsi in Basilicata si alza un muro. Vengono attaccati soprattutto perché ritenuti dispensatori di messaggi negativi, inneggianti alla vita criminale

POTENZA - Sembra esserci un conto in sospeso tra la Basilicata e i cantanti neomelodici. Artisti idolatrati dal sottobosco musicale italiano, capaci di riempire teatri, locali e piazze pur essendo ignorati da tv e radio nazionali. Girano con Porsche o Ferrari e si comportano da rockstar. E come le rockstar, quelle vere, cavalcano l’onda di un’immagine selvaggia, maledetta. Violenta. Ogni volta che uno di loro deve esibirsi in Basilicata si alza un muro. Vengono attaccati soprattutto perché ritenuti dispensatori di messaggi negativi, inneggianti alla vita criminale. È accaduto a Niko Pandetta il cui concerto, previsto nel mese scorso a Policoro (Matera) è stato annullato in fretta e furia dal titolare di un locale sommerso dalle polemiche. Pandetta, che ha precedenti con la giustizia, è stato accusato di scrivere testi in linea con un pensiero malavitoso. A nulla sono valse le giustificazioni dell’entourage dell’artista, degli organizzatori e dello stesso cantante che ha parlato esplicitamente di censura. Il suo concerto è saltato e gli è stato vietato anche di promuovere un sit-in con i suoi fan per contestare la decisione.

In queste ore i lucani stanno assistendo a un deja-vù con un altro cantante del mondo neomelodico, Daniele De Martino. La sua annunciata tappa (14 agosto) del tour a San Giorgio di Pietragalla (Potenza) è finita nel mirino dell’associazione Libera di don Marcello Cozzi, da sempre sensibile a tematiche legate a mafia, criminalità e legalità. Ricalcando la contestazione del concerto di Pandetta, Libera ha parlato nuovamente di inopportunità: «Dopo quanto accaduto a Scanzano - sottolinea il coordinamento di Libera Basilicata - torniamo a chiedere a chi di competenza se sia giusto barattare la fama di un cantante (che sicuramente ha un ampio seguito) con l’opportunità di far esibire chi, nei testi delle sue canzoni, inneggia alla malavita, alla mafia, canta contro i collaboratori di giustizia. «Il concerto di De Martino che pochi anni fa si svolse proprio a Policoro, con il placet dell’istituzione locale che poi, nel dicembre 2019, fu commissariata per infiltrazioni mafiose - dice Libera - è sintomatico di una società che non è basata sulla cultura della legalità non solo per la presenza del cantante in questione, ma per il fatto che sotto quel palco ci fossero migliaia di persone».

Libera risponde anche a chi etichetta tutto come «canzonette» e, pertanto, ritiene eccessiva la sua reazione: «Non è così. Ci rivolgiamo al sindaco di Pietragalla e a chi ha organizzato l’evento - tuona l’associazione - affinchè prevalga il buon senso, si riesca a programmare con lungimiranza etica anche e soprattutto gli eventi di svago e si comprenda quanto, soprattutto i giovanissimi, possano essere influenzati dai cattivissimi esempi mascherati, spesso, da lustrini e like social». A Libera, però, consigliamo anche di andarsi a leggere i testi dei nuovi «eroi» musicali dei più giovani, i trapper. Non parlano di mafia, ma di stupri, di droga e di polizia da sbeffeggiare. Se dovessimo censurare tutto e tutti, una buona parte di concerti sarebbe da cancellare.

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